MARIACHIARA ROSSI
Cronaca

I campioni di Risiko! sono milanesi. "La fortuna nel gioco non esiste"

Nella ludoteca “La casa dei Giochi“ si allena il quartetto che ha trionfato dopo dodici partite in due giorni

Campioni Risiko! sono milanesi

Milano - Trenta armate pronte a darsi battaglia, sei dadi da lanciare il cui risultato determinerà i movimenti dell’attacco e della difesa e un’infinità di territori da conquistare. Risiko, il gioco da tavola più amato dagli italiani, continua a riscuotere successo tra grandi e piccoli, e da domenica sera il club Milano Risiko può fregiarsi del titolo di campione nazionale a squadre, dopo aver vinto la quindicesima edizione del campionato italiano a Cesenatico.

Il team del capoluogo lombardo, club ufficiale risiko riconosciuto da Spin Master, società canadese che ha acquisito l’intera libreria di giochi in scatola detenuta da Editrice Giochi, ha il suo quartiere generale ne “La casa dei Giochi”, una ludoteca di 1.200 metri quadrati situata in Via Sant’Uguzzone 8 al confine nord della città - una sorta di confederazione di circoli di giochi da tavolo - dove ogni martedì sera si riunisce per inscenare nuove sfide. Tra i tanti appassionati del genere, i migliori quattro - Marco Ricci, Fulvio Boy, Luca Spagnolo, Samuele Barracco - sono stati scelti per partecipare al torneo nazionale, partendo con il favore dei pronostici: "In due giorni abbiamo giocato dodici partite: la regola è che potevano scontrarsi a turno quattro giocatori provenienti da circoli diversi e alla fine siamo riusciti a raggiungere per accumulo il punteggio migliore, superando anche il team di Bologna, che era considerato il più attrezzato. Il bello di questo campionato? La componente agonistica: sappiamo tutti che è un gioco ma quando entri in clima partita sei rapito dal pensiero di quale strategia migliore sferrare. In secondo luogo l’opportunità di fare nuove conoscenze e creare un momento di aggregazione ludico, vera essenza dei giochi di società" racconta Marco Ricci, economista di 58 anni con un passato importante da campione di scacchi. "Ho incominciato ad avvicinarmi al risiko che ero solo un bambino, ma prima di passare ai tornei mi sono dedicato per anni al mondo degli scacchi ottenendo anche ottimi risultati, come per esempio il titolo internazionale di Fide Master nel 2009. Ad un certo punto sono passato a dadi e carte perché non mi sentivo più competitivo, ma chi pensa che sia un gioco di fortuna si sbaglia di grosso: come per gli scacchi è l’abilità nell’architettare la mossa migliore a fare la differenza. L’unico gap ancora esistente è che mentre le scacchiere sono uno dei terreni privilegiati dei ragazzini, risiko rimane per tradizione un hobby a cui ci si approccia dai 16 anni in su".

Medici, ingegneri, operai, studenti, a “La Casa dei Giochi”, ogni martedì sera, si può incontrare un pubblico variegato, che di fronte alla plancia di gioco si toglie l’abito convenzionale e assume quello fittizio di “conquistatore di paesi”: "La pandemia ha cambiato le modalità di fruizione del gioco. Le persone ora vengono al centro per condividere la propria passione e costruire nuove relazioni".