
Massimiliano con la sua cagnolina di 19 mesi, Dea
Milano, 28 dicembre 2020 - «L’abbiamo cercata ovunque, battendo la zona anche con droni e binocoli a infrarossi, senza trovare tracce: è impossibile che sia sparita nel nulla". Massimiliano, padrone di Dea, una cagnolina di razza english staffordshire bull terrier scomparsa un mese fa nella zona della stazione di Milano Certosa, ha tentato un’ultima carta: offre una ricompensa di cinquemila euro per chi la riporterà a casa, restituendola all’affetto della sua famiglia. Il sospetto è quello che l’animale, di 19 mesi, sia stato rubato per addestrarlo come cane da combattimento, da inserire nel circuito degli incontri clandestini. Dea è uno dei tanti animali domestici che ogni anno scompaiono in Italia in circostanze sospette: alcuni vengono rapiti con lo scopo di chiedere un riscatto al padrone in cambio della restituzione, altri per essere rivenduti in un mercato nero che fiorisce anche sul web, oppure per il business legato a pellame, vivisezione e accattonaggio. "Si tratta di casi più isolati ma preoccupanti, nell’ambito del problema più ampio del maltrattamento di animali", spiega Massimo Comparotto, presidente dell’Organizzazione Internazionale Protezione Animali (Oipa).
La presenza del microchip, in questi casi, è fondamentale. E, una volta presentata la denuncia, ai padroni non resta che affidarsi a tam tam sui social, ricerche sul campo e volantinaggio con la speranza di ricevere informazioni utili. Fra le tante storie, ha avuto un lieto finale quella di Monica Magnani che, dopo tre anni, è riuscita a riabbracciare la cagnolina Lola, maltese dal pelo bianco. L’8 dicembre 2017 Monica l’aveva lasciata da sola a bordo dell’auto in un parcheggio nel Vicentino, per fare delle compere. Pochi minuti e ignoti avevano mandato in frantumi il vetro, portando via Lola. Lo scorso ottobre, dopo quasi tre anni segnati da ricerche e continui appelli, la cagnolina è stata trovata a Cuggiono, nel Milanese, mentre vagava sulla strada, e portata al canile di Sedriano. Grazie al microchip, la padrona è stata subito rintracciata. Resta il mistero su dove l’animale, trovato in buone condizioni, abbia trascorso quasi tre anni, rapito in Veneto e recuperato alle porte di Milano.
Lola adesso sta bene e ha avuto anche dei cuccioli. "Hanno aperto gli occhi le sue cucciole meravigliose, con la speranza che a loro spetti un mondo migliore", scrive la padrona sulla pagina Facebook “Cercando Lola“, aperta nel 2017 per raccogliere segnalazioni. Un lieto finale che è un caso raro fra i tanti appelli che rimbalzano sui social, dove sono decine le pagine dedicate al tema degli animali smarriti o rubati. I sospetti rapimenti riguardano soprattutto cani di razza, ancora cuccioli, che hanno un valore sul mercato clandestino delle razze più in voga. Nel Lecchese c’era stata una mobilitazione di massa, nel 2019, dopo la scomparsa di Yuma, amstaff che secondo testimonianze era stato caricato su un furgone nel giardino di una villa a Olcio. Cuccioli come Dea, la cagnolina scomparsa nel nulla nei pressi della stazione Certosa attorno alle 16.40 del 29 novembre. "Eravamo in una piccola area verde vicino a casa – spiega Massimiliano, il padrone – l’ho liberata e in pochi istanti non l’ho più vista. Mi sembra impossibile che sia scappata". Il sospetto è che qualcuno l’abbia caricata in auto o su un camion, approfittando del carattere socievole di Dea, sterilizzata e con il microchip, pelo raso grigio con striature marroni. "Abbiamo battuto tutta la zona senza trovare neanche la sua carcassa, nell’ipotesi peggiore. Al collo ha una targhetta con il mio numero di telefono. Ho presentato subito denuncia e mi sono attivato anche attraverso i social". Massimiliano ha aperto una pagina Instagram e Facebook (“Dea torna a casa“), raccogliendo una pioggia di “like“ e tante segnalazioni da tutta Italia (il numero è 3474805428). Nessuna, però, si è rivelata utile. L’ultima speranza è riposta nella ricompensa: cinquemila euro per poter riabbracciare Dea.