REDAZIONE MILANO

Caos Airport Handling Presidio a Linate

Manifestazione dei sindacati contro la scelta di Alitalia di ridiscutere il contratto "I posti di lavoro vanno tutelati"

Si riuniranno in presidio venerdì mattina, davanti all’aeroporto di Linate, i lavoratori di Airport Handling. La manifestazione è organizzata dal sindacato Usb per la decisione di Alitalia di rimettere in discussione il contratto commerciale con la società che si occupa di servizi di assistenza a terra, gestendo "in autoproduzione", con personale interno e anche precari reclutati al momento, alcune delle attività che per anni sono state esternalizzate. L’allarme è legato all’impatto sui circa 250 lavoratori di Airport Handling che ruotano attorno ai servizi Alitalia a Linate: prima della chiusura dello scalo milanese per l’emergenza sanitaria oltre il 75% delle attività di handling della compagnia era svolto dalla società esterna. Il primo effetto è il mancato rientro al lavoro, dopo mesi di cassa integrazione. Il secondo, se l’internalizzazione del servizio dovesse diventare definitiva, potrebbe essere il licenziamento per motivi economici, quando verrà meno il blocco degli esuberi.

Dietro la scelta di Alitalia, secondo il sindacato, ci sarebbe una volontà di risparmiare sui costi, introducendo "lavoro operaio negli aeroporti sottopagato e con contratti nazionali diversi dagli altri lavoratori". Da parte sua, Alitalia parla di una decisione temporanea, legata alla necessità di reimpiegare personale interno facendolo uscire dalla cassa integrazione dovuta all’emergenza coronavirus. "Se dovesse passare questo piano – spiega l’Usb – la maggioranza dei lavoratori di Airport Handling di Linate non rientrerebbe al lavoro. Questo creerebbe i presupposti, alla fine del periodo di cassa integrazione, per dichiarare gli esuberi. Ad Airport resterebbero soltanto le attività di carico e scarico bagagli mentre Alitalia, utilizzando precari, farebbe le attività di check-in e rampa. Così facendo Airport non sarebbe in grado di mantenere gli stessi standard attuali".

Andrea Gianni