Milano, 27 gennaio 2025 – Il conto alla rovescia è partito: mercoledì 29 gennaio è il giorno del Capodanno cinese e la comunità locale presente a Milano è pronta a festeggiare, anche se la parata sarà domenica 2 febbraio. Addobbato a dovere il quartiere di via Paolo Sarpi con lanterne, lucine e creazioni grafiche ispirate al Drago. Immancabili i piatti tipici nei ristoranti e nei locali dello street food. Si tratta di uno degli eventi più attesi dalla comunità cinese, la più popolosa d’Italia dato che tra Milano e hinterland conta circa 33mila persone.
Il 29 gennaio
Nella cultura orientale, il Capodanno è un’occasione per rinnovarsi e per riflettere, ma anche un augurio di fortuna e prosperità per il nuovo anno. La data cambia ogni anno poiché è legata al primo novilunio, che avviene tra il 21 gennaio e il 20 febbraio. La prima luna nuova del 2025 sarà, dunque, il prossimo 29 gennaio. Il periodo del Capodanno Cinese, ricco di tradizioni e simbolismi, dura 15 giorni, con la grande Festa delle Lanterne che chiude i festeggiamenti.
La sfilata all’Arco della Pace
I festeggiamenti vedranno il loro clou domenica 2 febbraio. Come gli scorsi anno non è prevista nessuna sfilata in via Paolo Sarpi - strada simbolo della Chinatown meneghina - ma sì è in programma un grande evento all'Arco della Pace, zona decisamente più ampia e più adatta ad accogliere le tante persone sempre più attratte dalla manifestazione.
La parata avrà inizio alle 14 circa di domenica 2 febbraio in piazza Sempione: qui sarà allestito un palco in modo che i molti spettatori attesi possano agevolmente ammirare la tradizionale danza del Leone e del Drago, oltre alle esibizioni di arti marziali, una sfilata in costumi di epoche antiche e gli immancabili canti e balli. La festa, a ingresso libero, è organizzata ed offerta alla città di Milano e a tutti i cittadini dalle principali associazioni di residenti e imprenditori di origine cinese a Milano, in particolar modo dal coordinamento delle associazioni cinesi a Milano.
L’anno del serpente verde
Nel calendario lunare ogni anno è legato a uno dei 12 animali dello zodiaco cinese, in un ciclo di 12 anni. I dodici animali sono a loro volta legati a uno dei cinque elementi naturali della cultura cinese, ossia terra, acqua, fuoco, legno e metallo. Il 29 gennaio si entra ufficialmente nell'anno del Serpente Verde. Come ogni animale dello zodiaco cinese, anche il serpente ha un significato ben preciso: è infatti simbolo di saggezza, intuizione, eleganza e trasformazione e i nati in questo periodo dovrebbero solitamente essere pensatori e comunicatori, persone spirituali a cui piace vivere bene. In più, l’elemento dominante di questo anno del Serpente è il legno, che simboleggia la nascita e lo sviluppo.
I piatti tipici
I piatti tipici della festa? Tra i più richiesti ci sono il pesce, i ravioli cinesi, le tagliatelle lunghe di riso, gli involtini primavera, e il tortino a base di riso.
L’idea di consumare questa tipologia di piatti è strettamente connessa al valore simbolico e scaramantico attribuito a ciascuno di loro legato essenzialmente alla buona sorte e alla prosperità. Il pesce ad esempio si ricollega nella sua pronuncia al carattere cinese che significa “risparmiare” e che risulta essere un’azione svolta alla fine di ogni anno con l’obiettivo di incrementare il proprio denaro per l’anno successivo. Legati ad una condizione di ricchezza futura sono anche gli involtini primavera che per il loro colorito dorato riportano alla mente l’augurio di ricevere quanto più denaro possibile nell’anno appena iniziato. Di buon auspicio è anche il tortino di riso chiamato Nian Gao che in lingua cinese ha un secondo significato legato al migliorare il proprio stile di vita di anno in anno sia in relazione al lavoro, al denaro ma anche alla salute. Consumare le tagliatelle lunghe di riso infine si ricollega invece alla longevità, infatti queste devono essere rigorosamente servite integre come simbolo di una vita lunga e prosperosa.
La comunità cinese a Milano
A Milano c’è la comunità cinese più antica d’Italia. Il fenomeno migratorio ebbe inizio negli anni Trenta, quando un piccolo gruppo di abitanti dello Zhejiang, una provincia orientale costiera della Repubblica Popolare Cinese, si stabilì nelle case di ringhiera di via Canonica, allora periferica ed oggi invece nel cuore della City. Come riporta il sito internet ‘Cina in Italia’, questi primi cinesi, giunti a Milano dopo aver transitato e sostato in diversi Paesi europei, diedero avvio a semplici attività di vendita ambulante. “Ben presto però, chi riuscì a mettere insieme un piccolo capitale attivò i primi laboratori, un’artigianale lavorazione di cravatte, poi di piccola pelletteria, sempre nelle adiacenze di quella prima strada, oggi cuore della Chinatown milanese e ben nota in tutta Italia come la Zona Sarpi, dal nome di una delle vie dell’asse portante, appunto la Via Paolo Sarpi che, a quel tempo, non era ancora in auge”, ha raccontato Angelo Ou in un articolo ‘Storia dei cinesi a Milano, dai primi arrivi ad oggi’.
Sempre sul sito ‘Cina in Italia’, si legge che dopo oltre un ventennio di radicata presenza cinese, negli anni Sessanta, nascono e si sviluppano i primi ristoranti cinesi. E di conseguenza l’esigenza di importare prodotti dalla Cina e, parallelamente, vengono aperti i primi negozi alimentari e supermercati cinesi. Inoltre l’arredamento dei nuovi locali richiedeva la manodopera esperta di falegnami, piastrellisti, operai edili ed ecco che incominciarono ad arrivare gli artigiani cinesi, più competitivi.
Il paziente lavoro dei “pionieri” ha dato così corso ad una nuova imprenditoria. I cinesi residenti in Italia, a Milano in particolare, ebbero bisogno di collaboratori e per questo dalla madrepatria cominciarono a “chiamare” in Italia i loro parenti. Il flusso migratorio è proseguito ininterrotto negli anni Novanta e Duemila.
Oggi, ormai alla quarta generazione, pur rimanendo viva la vocazione verso il lavoro autonomo, caratteristico dei cinesi a Milano, tanti giovani cinesi nati e cresciuti in Italia, socializzati e formati nell’ambito delle istituzioni scolastiche italiane, si sono indirizzati e si indirizzeranno in futuro verso nuovi schemi professionali.
Paolo Sarpi, un quartiere alla moda
Nel frattempo, la via Paolo Sarpi, con il contributo degli stessi cinesi si è trasformata in un quartiere alla moda, con circolazione a traffico pedonalizzato. Qui, a fianco dei grossisti di abbigliamento, sono nati ristoranti, bar, librerie, negozi di food multietnico, esercizi di vendita al dettaglio, parrucchieri. Non solo, lo scorso anno, il quartiere ha anche debuttato durante la Milano Design Week.
E se Chinatown si può considerarla come un’area di Milano, all’interno della stessa si possono suddividere altrettante sotto aree caratteristiche della zonizzazione presente nelle città cinesi. Qualche esempio? Lungo via Sarpi e via Rosmini è possibile trovare negozi di tecnologia, alimentari e abbigliamento, mentre via Messina è dedicata ai negozi per la cura del corpo come parrucchieri ed estetiste e in via Bramante ci sono negozi di abbigliamento di ogni tipo.
Molti i milanesi che la frequentano e la apprezzano, soprattutto giovani e giovanissimi. L