"La nostra priorità è garantire il rispetto dei diritti di tutti i lavoratori nei nostri cantieri: abbiamo chiesto al subappaltatore Racco Group azioni concrete per risolvere la situazione, richieste che sono state pienamente condivise". Una posizione espressa da Giovanni Rubini, amministratore delegato di Renco Spa, general contractor dei cantieri per il nuovo Campus della Statale all’interno di Mind dove sono emersi casi di presunto caporalato in un subappalto: una settantina di operai egiziani inquadrati con contratti a termine dalla ditta Racco costretti a versare una quota del loro stipendio a capisquadra connazionali per poter lavorare. La Renco ha incontrato il subappaltatore Racco Group, avanzando formalmente una serie di richieste: "Garantire la tutela dei diritti dei lavoratori; stabilizzare i contratti dei lavoratori interessati, per contrastare eventuali situazioni di irregolarità; allontanare immediatamente i responsabili, nel momento in cui verranno individuati con certezza". Ieri è stata una giornata di lunghe trattative con i sindacati Fillea-Cgil, Filca-Cisl e Feneal-Uil, con al centro le tutele occupazionali per i lavoratori che hanno denunciato le richieste di denaro, versato cash o con bonifici, e rischiano quindi ritorsioni. L’ipotesi è quella di una stabilizzazione, con modalità in queste ore in fase di definizione.
Gravi episodi, avvenuti non in una delle principali opere milanesi, che potrebbero finire al centro anche di indagini della Procura. La Renco, intervenendo con una nota dopo il caso sollevato dal Giorno, "giudica gravissime le notizie emerse riguardo a presunti fenomeni di caporalato", portati a conoscenza del general contractor lo scorso 12 dicembre. "Abbiamo chiesto alle organizzazioni sindacali di fornirci i nominativi dei presunti caporali – spiega l’ad Rubini – così da poter sporgere denuncia alle autorità". La Racco, da parte sua, si è detta "estranea ai fatti" e ha avviato a sua volta accertamenti. Sul caso intervengono anche gli studenti della Statale (l’ateneo non è coinvolto nei presunti illeciti), con l’Unione degli Universitari (Udu) e la Sinistra Universitaria. "Sono anni che denunciamo l’opacità nella gestione di Campus Mind – si legge in una nota – e non possiamo tollerare che la Statale permetta una catena di subappalti che favoriscono il caporalato". Elisa Frigeni, senatrice accademica per Udu: "Chiederemo spiegazioni nel prossimo senato accademico direttamente alla governance, pretendiamo che venga rivisto il sistema di subappalti".