
Inchiesta della Guardia di Finanza (foto di archivio)
Milano – Paghe da fame, orari di lavoro dilatati oltre ogni diritto, minacce, intimidazioni e condizioni di lavoro precarie. Era, secondo l’inchiesta della Guardia di Finanza di Como, coordinata dal pm milanese Paolo Storari, la realtà da incubo che vivevano gli oltre 9mila lavoratori della società cooperativa Servizi Fiduciari, che fa parte del grande gruppo Sicuritalia. Ora, con l’accusa di caporalato, il gip di Milano Domenico Santoro ha disposto il “controllo giudiziario” della cooperativa. Il decreto del gip è stato emesso per l'ipotesi di reato di “sfruttamento del lavoro” a seguito delle indagini del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Gdf di Como, che hanno consentito di accertare come la “società cooperativa, al fine di proporsi sul mercato con prezzi oltremodo competitivi, abbia effettuato azioni di sfruttamento del lavoro approfittando dello stato di necessità dei suoi attuali oltre 9.000 lavoratori”.
La paga da fame
I lavoratori percepivano una paga “oraria di 5,37 euro lordi, pari a una retribuzione mensile di circa 930 euro lordi e 650 netti”. La quasi “totalità dei dipendenti” avrebbe dovuto “accettare prestazioni straordinarie di lavoro in quantità abnorme per il raggiungimento di uno stipendio” che potesse garantire un “livello minimo di sopravvivenza”.
Le minacce
Le "minacce e intimidazioni” riguardavano la “perdita del posto di lavoro” o l'assegnazione “a postazioni molto lontane dal luogo di residenza, nonché a postazioni lavorative connotate da condizioni di precarietà, quali carenze igienico-sanitarie, insalubrità o pericolosità intrinseche”.
Le testimonianze
I racconti resi dai dipendenti e contenuti nel decreto del gip dipingono un quadro terribile, spiegabile solo con la disperazione di chi ha bisogno di una paga qualunque, purché sia. “Sono stato accoltellato da un ladro che avevo fermato all'interno del supermercato. In quella circostanza la Servizi Fiduciari mi ha corrisposto un'indennità di 24 euro in quanto la ferita che avevo riportato, a loro avviso, non era grave”. Una donna ha raccontato agli inquirenti che quando stava male percepiva “una somma netta mensile di circa 450 euro”, perché non poteva fare gli straordinari (pagati, tra l'altro, “0,80 euro” in più all'ora).
Un dipendente lavorava in “un gabbiotto in lamiera privo di riscaldamento” e di “servizi igienici» e altri ancora non ricevevano dall'azienda le mascherine “in periodo di pandemia Covid”. In tanti hanno messo a verbale di aver accettato queste condizioni di lavoro perché si trovavano “in forti difficoltà economiche”.
E alcuni hanno parlato delle "minacce” ricevute: “Mi dissero che se non mi andava bene potevo anche rimanere a casa”. Un'altra guardia privata ha spiegato di essere “riuscito ad ottenere tre giorni di ferie solo al momento in cui mio padre stava per morire”. Poi, in un altro verbale si legge: “Mediamente effettuo 80 ore di straordinario al mese. E se c'era chi arrivava a guadagnare “900 euro” netti al mese facendo “circa 170 ore di lavoro mensili”, in altri casi qualcuno avrebbe lavorato fino a “20 ore” al giorno. E poi ancora: “Lavoravamo su doppi turni di servizio, rinunciando anche ai riposi settimanali”.
L’indagine
La società era una cooperativa solo nel nome (e nelle agevolazioni): è emersa infatti anche “la sostanziale inesistenza della partecipazione dei soci lavoratori alla direzione della cooperativa e la sua eterodirezione da parte dei vertici della principale società committente”.
Dallo sfruttamento dei lavoratori è derivato un incremento del fatturato, raddoppiato dal 2016 ad oggi. Così il gip, data “la gravità e il perdurare delle situazioni accertate, nonché le imponenti dimensioni aziendali in termini di fatturato e lavoratori impiegati, ha ritenuto necessaria la nomina di un Amministratore Giudiziario che affiancherà l'imprenditore indagato per il delitto di caporalato” nella gestione “dell'azienda e controllerà il rispetto delle norme e delle condizioni lavorative la cui violazione costituisce indice di sfruttamento lavorativo e procederà alla regolarizzazione dei lavoratori”.