Milano, 5 settembre 2017 - "Ho chiesto di andare immediatamente a processo perché voglio che in Italia finalmente si possa discutere di come aiutare i malati a essere liberi di decidere fino alla fine. Sia quando lottano per vivere, sia quando decidono di fermarsi. Il processo sarà un'occasione per discuterne ed è bene sia il prima possibile". Marco Cappato, attraverso i suoi profili Facebook e Twitter, ha annunciato di avere chiesto il rito abbreviato nel procedimento in cui è accusato di aiuto al suicidio per la morte di dj Fabo nella struttura svizzera Dignitas.
Il processo "sarà un'occasione per discuterne ed è bene che sia il prima possibile. Certo, dovrebbe occuparsene la politica, però la proposta di legge dell'Associazione Luca Coscioni, per l'eutanasia legale, è ferma da 4 anni in Parlamento - ha proseguito -. E c'è il rischio che non riescano a decidere nemmeno sul testamento biologico. Fabo ha avuto il coraggio di rendere pubblica la propria richiesta. Io spero che ora i parlamentari abbiano il coraggio di assumersi le proprie responsabilità e di decidere finalmente. In ogni caso - ha concluso Cappato - ci sarà il mio processo, senza ritardi. Grazie a chi vorrà dare una mano".
I pm di Milano Tiziana Siciliano e Sara Arduini avevano chiesto nei mesi scorsi, dopo le indagini scattate per l'autodenuncia dello stesso Cappato, di archiviare il caso o di sollevare una questione di costituzionalità della norma sull'aiuto al suicidio. Il gip Luigi Gargiulo, però, ha respinto l'istanza e ordinato l'imputazione coatta e la successiva richiesta di rinvio a giudizio per Cappato: avendo prospettato a Dj Fabo, che era cieco e tetraplegico per un incidente stradale, una dolce morte qualora si fosse rivolto a una struttura svizzera, Cappato non solo lo avrebbe aiutato a morire ma avrebbe rafforzato "l'altrui proposito di suicidio". Per la Procura, invece, non sarebbe stato commesso alcun reato ma sarebbe semplicemente stata aiutata una persona ad esercitare un diritto individuale, quello di morire con dignità. In questo caso l'autodeterminazione prevarrebbe sul diritto alla vita. Ai primi di agosto, il gup Livio Cristofano ha fissato l'udienza preliminare per il 15 novembre per decidere se mandare o meno a processo Cappato. Oggi la richiesta dell'esponente dei Radicali di giudizio immediato, saltando la fase dell'udienza davanti al gup.