Milano, 3 aprile 2017 - "Posso solo confermare che io continuerò a svolgere l'azione che sto svolgendo anche per altre persone". Queste le parole del leader radicale e tesoriere dell'associazione Luca Coscioni, Marco Cappato, al termine dell'interrogatorio al Tribunale di Milano davanti al pm Tiziana Siciliano che lo sta indagando per il reato di aiuto al suicidio nell'ambito dell'inchiesta scaturita dopo la morte di Fabiano Antoniani, noto come Dj Fabo. "Spero" - ha aggiunto Cappato - "che anche per i cittadini italiani possa essere affermato e riconosciuto il diritto a non essere sottoposti e subire come una tortura condizioni di vita a cui non vogliono essere sottoposti".
Dunque, ha concluso Cappato, "porterò altre persone in Svizzera", ovvero la nazione dove Dj Fabo ha trovato l'assistenza per morire, consapevole dei rischi ai quali si sottoporrà in base alle leggi italiane: le conseguenze legali "erano chiare fin dall'inizio", ha sottolineato Cappato che rischia una condanna dai 5 ai 12 anni.