LU.TAV.
Cronaca

Una capsula del tempo all’Università Bicocca, tra disastri ambientali e speranze: i messaggi da svelare nel 2048

La cerimonia rivolta al futuro dopo la lezione del glaciologo Massimo Frezzotti sui cambiamenti climatici: “Non c’è più tempo, bisogna invertire subito la rotta”

La capsula del tempo depositata all'Università Bicocca

Milano – Un involucro di acciaio con chiusura ermetica simile a un grande thermos pieno di messaggi per il futuro. Speranze, previsioni, auspici ma anche probabilmente richieste di scuse per quello che sta succedendo nel presente. All’Università Bicocca di Milano è stata una giornata dedicata ai cambiamenti climatici, con un occhio rivolto al presente e uno al futuro.

Il direttore del Disat Andrea Zanchi prende in consegna la capsula del tempo
Il direttore del Disat Andrea Zanchi prende in consegna la capsula del tempo

Da una parte i dati – tutti negativi – illustrati nella sua lectio magistralis “Il clima nel presente, nel passato e nel futuro” dal glaciologo di fama mondiale Massimo Frezzotti, dall’altra la capsula del tempo da aprire tra 25 anni, nella quale studenti, ricercatori e professori del Disat (Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra) hanno inserito un biglietto con il proprio messaggio per il 2048.

Al termine dei lavori, la capsula è stata depositata in un apposito contenitore nel Dipartimento sotto la custodia del direttore attuale e dei suoi successori, per essere riaperta tra un quarto di secolo, quando Milano-Bicocca festeggerà i suoi primi 50 anni.

La lezione di Massimo Frezzotti all'Università Bicocca
La lezione di Massimo Frezzotti all'Università Bicocca

Per quanto riguarda il presente invece Frezzotti è stato molto chiaro: “Non c’è più tempo. Bisogna invertire subito la rotta. Altrimenti i cambiamenti climatici avranno effetti disastrosi irreversibili. La nostra generazione si potrà salvare, quella dei nostri figli forse anche. Ma a questo ritmo di crescita delle temperature, i nostri nipoti non avranno scampo”.

Secondo tutte le rilevazioni – ha spiegato il glaciologo – quella che si è appena conclusa è stata l’estate più calda mai registrata. Un esempio? “Nella stazione di ricerca meteo di Concordia in Antartide la temperatura registrata è stata di –10 gradi quando la normalità sono –50. Una crescita straordinaria e allarmante”. Ed è inutile, se non dannoso, ha spiegato lo studioso, parlare di cicli naturali. “Esistono, certo, i fenomeni ciclici. Ma quella che stiamo vivendo è un’anomalia molto grave. Ed è provocata dall’uomo. Dai gas serra che produce e che, nonostante, gli avvertimenti della scienza non è ancora riuscito a ridurre”.