
Pasticche di shaboo
Milano, 30 ottobre 2016 - Arrestato dai colleghi perché trovato in possesso di 50 grammi di shaboo. Nei guai un capitano dei carabinieri del III Reggimento dei Carabinieri Lombardia. L’uomo è ora ai domiciliari insieme a un’altra persona che era con lui nell’alloggio di servizio all’interno della caserma “Medici” di via Lamarmora.
Originario di Civitavecchia (Roma), è stato fermato dai colleghi del reparto operativo del comando Tutela Salute diretti dal tenente colonnello Zapparoli che lo hanno trovato appunto in possesso di cinquanta grammi di shaboo, una droga sintetica della famiglia delle metanfetamine. Una quantità rilevante, che corrisponderebbe a 500 dosi e che ha un valore di mercato che si aggira tra i 15mila e i 25mila euro. Il capitano finito ai domiciliari aveva guidato la compagnia dei carabinieri di Terracina da settembre 2011 a settembre 2014. Resta da capire come si sia procurato lo stupefacente. Una droga "micidiale e pericolosissima", conosciuta anche come ice o crystal meth, la cui assunzione provoca effetti pesantissimi sul corpo e sul cervello: tra questi, convulsioni, atteggiamenti violenti, totale mancanza di sonno, perdita di appetito, di denti e di capelli, e per alcuni perfino la deformazione del viso. Lo shaboo provoca effetti euforici immediati: nelle successive 14-16 ore dopo averlo assunto si continua a non provare né fatica né sonno. E secondo esperti ha un effetto stimolante almeno "8-10 volte maggiore della cocaina". Due settimane fa, proprio i carabinieri avevano dato un duro colpo allo spaccio di questa droga con blitz nel nord Italia e nell’Europa dell’Est. In totale gli uomini dell’Arma hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 36 stranieri, tra cui 19 cinesi, 13 filippini, 3 romeni e un vietnamita. Dalle indagini è emerso come queste persone fossero responsabili dell’importazione in Italia nonché della detenzione e dello spaccio dello shaboo. I chili di metanfetamina sequestrati ammontano a 3,5, per un valore di circa 2 milioni di euro.
Stando a quanto accertato dalle inchieste degli ultimi due anni, sempre dei carabinieri, i prezzi dello shaboo sono “ballerini”, a seconda del quatitativo acquistato di volta in volta. Significativi i dialoghi intercettati tra un intermediario e uno dei rappresentanti della banda di Chinatown sgominata a ottobre 2014. Le tariffe del fornitore sono variabili: "33 (euro, ndr) al pezzo per numeri piccoli, 30 euro al pezzo per 300 pezzi, 27 al pezzo per 500 pezzi". Cifre che scendono, tanto più si acquista. I trafficanti, è emerso, preferiscono piazzare più cristalli possibile a un numero ristretto di persone piuttosto che rischiare maggiormente di essere individuati dalle forze dell’ordine vendendo la droga a più acquirenti. Altro colpo alla compravendita di shaboo era stato dato dalla Polizia locale alla fine di settembre: sequestrato un chilo di shaboo, grammo più, grammo meno, per un valore sul mercato di 300mila euro.