MARIO CONSANI e ANDREA GIANNI
Cronaca

Milano, dal caracat alle truffe: guai giudiziari per la padrona di Grum

Il marito in fuga a Santo Domingo

L’animale dalle orecchie a punta è un incrocio tra gatto e lince del deserto

Milano, 5 maggio 2018 - Guai giudiziari per la “mamma” di Grum. Lui, ormai celebre esemplare di caracat residente a Milano, felino atipico frutto di un incrocio tra la temibile lince del deserto e una gatta europea, era assurto involontariamente agli onori della cronaca qualche mese fa. Qualcuno lo notò al guinzaglio della proprietaria nei Giardini Montanelli e si allarmò ritenendolo pericoloso, al punto che le sue foto diffuse e condivise in rete alimentarono una sorta di vera e propria caccia all’animale.

Infine i Nas lo trovarono e lo sequestrarono, la proprietaria venne denunciata per detenzione di animali pericolosi e la storia sembrava finita lì. E invece Grum (in bulgaro, patria di origine della “mamma”, significa tuono) una volta in gabbia cominciò a intristirsi e a non mangiare più. La sua padrona lanciò l’allarme e in pochi giorni furono migliaia, raccolte sul web, le firme di chi chiedeva che il felino venisse rimandato a casa, trattandosi non di un pericoloso caracal ma di un più mansueto caracat. E così andò. Passato il quarto d’ora di celebrità per Grum, ora la stessa sorte (probabilmente meno ambita) tocca alla giovane donna che lo teneva al guinzaglio.

A. K., 35enne bionda griffata che era stata notata con il gattone dalle orecchie a punta e che dopo esserselo visto sottrarre si è battuta coraggiosamente per riaverlo, ora si trova al centro di una diversa vicenda di tipo giudiziario. Stando ad un’indagine della Procura di Varese, che ha portato anche a numerosi arresti, la giovane sarebbe la compagna del presunto capo di una banda di truffatori, un varesino oggi in vacanza prolungata a Santo Domingo e - pare - senza alcuna intenzione di far rientro in patria. Anche perché ad attenderlo troverebbe un precedente ordine di esecuzione pena da scontare in carcere, mentre un nuovo mandato di cattura internazionale potrebbe inseguirlo persino ai Caraibi. Stando alle indagini, l’uomo sarebbe a capo di un gruppo di 82 società con sedi a Milano e Varese, coinvolte in una maxi- truffa ai danni dell’Inps e delle casse statali. Un vorticoso giro di società sull’orlo del fallimento che però reclutavano tra gli sbandati decine di finti dipendenti che una volta licenziati garantivano alla banda i sussidi di disoccupazione e, grazie a commercialisti complici, anche sgravi e conguagli fiscali. A.K., indagata a piede libero per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, si sarebbe invece data da fare - secondo l’accusa - in una specie di traffico d’auto tra l’Italia e l’estero. In questo caos familiare, nessuno deve aver pensato di far dissequestrare il povero Grum, che di fatto risulta ancora ai “domiciliari” per sospetta pericolosità, bisognevole di permessi anche solo per poter essere accompagnato dal veterinario. Dev’essere il prezzo della fama.