REDAZIONE MILANO

Torture al carcere Beccaria, al via gli interrogatori agli agenti sospesi: si indaga anche su altre violenze

I quattro poliziotti della penitenziaria accusati di aver falsificato le relazioni per coprire le violenze sono ascoltati oggi dal gip Donadeo. Al centro dell’inchiesta anche le ex direttrici

Milano, 29 aprile 2024 – Solo nei giorni scorsi venivano rese pubbliche le accuse di torture e violenze a carico di quattro agenti della polizia penitenziaria nei confronti di alcuni minorenni detenuti nel carcere Beccaria di Milano: oggi, al Palazzo di Giustizia di Milano, hanno preso il via davanti alla gip Stefania Donadeo gli interrogatori degli agenti, che sono stati sospesi dall’incarico con misura cautelare nell'inchiesta sui presunti che ha portato in carcere anche tredici loro colleghi.

Oggi vengono sentiti quattro agenti, tra cui l'ex comandante della penitenziaria al Beccaria Francesco Ferone, accusato di aver falsificato le relazioni per coprire le violenze dei colleghi, e gli altri quattro sospesi saranno ascoltati domani.

Gli agenti in questione, per i quali è stata disposta la sospensione "dall'esercizio del pubblico ufficio ricoperto" non hanno messo in atto materialmente le violenze, ma "con la loro presenza hanno rafforzato il proposito criminoso" o comunque "non hanno impedito l'evento", ossia i pestaggi. Per questo sono stati sospesi: per "evitare la reiterazione del reato o l'inquinamento delle prove".

Il primo poliziotto ascoltato è difeso dall'avvocato Angelo Santoro, e a detta del legale, si è limitato “a rispondere alle domande" e non ha voluto aggiungere altro nel merito dell'interrogatorio.

Si indaga sulle omesse denunce e sul silenzio sulle brutalità

Intanto, l'inchiesta, nella quale sono indagate per le presunte omissioni anche le ex direttrici del carcere minorile Maria Vittoria Menenti e Cosima Buccoliero (perquisite con informazioni di garanzia il giorno degli arresti una settimana fa), si concentra sia su altri episodi di violenze nei confronti di detenuti minorenni (altre quattro o cinque le vittime rispetto alle otto accertate nell'ordinanza) sia sulle posizioni di personale medico, educatori e vertici della struttura.

Al vaglio le omesse denunce, per aver visto gli abusi ed essersi girati dall'altra parte, o il concorso omissivo anche nelle torture per aver avallato, col silenzio, quelle "brutalità".

L'aggiunto Letizia Mannella e le pm Rosaria Stagnaro e Cecilia Vassena, con gli investigatori della Squadra mobile e della Polizia penitenziaria, devono raccogliere testimonianze, tra cui quelle degli attuali detenuti, e analizzare tutti i dispositivi sequestrati e le immagini delle telecamere interne.