REDAZIONE MILANO

Carcere di Bollate, 3 anni di disagio per gli agenti della polizia penitenziaria

Grave disagio in carcere di Bollate: alimenti scaduti, carne putrefatta, blatte e corpi estranei nei piatti. Mensa chiusa a tempo indeterminato fino a norma. Agenti costretti a portare pranzo e cena da casa.

Un grave disagio che durava da anni. Vissutoa quotidianamente da centinaia di agenti della polizia penitenziaria in servizio al carcere di Bollate. È quanto emerge dal racconto di Matteo Savino (nella foto) vicesegretario regionale del Sappe (Sindacato autonomo di polizia penitenziaria) in servizio nella casa di reclusione di Bollate.

Da quanto andava avanti questa situazione?

"Erano almeno tre anni che entrando a mensa si sentiva puzza e non odore di pietanze. Giorno dopo giorno la situazione è andata peggiorando, i locali si sono deteriorati così come i macchinari. Noi abbiamo chiesto più volte alla direzione un incontro per affrontare la situazione ma non siamo stati mai convocati. E non sono mai stati presi provvedimenti. Da qui la decisione di denunciare la vicenda".

Cosa non andava?

"Sono stati trovati alimenti scaduti, carne putrefatta, corpi estranei nei piatti e poi spesso comparivano scatafaggi e blatte su mura e pavimenti. E quando sono intervenuti a mettere i sigilli erano almeno 10 giorni che si sapeva che sarebbero arrivati i controlli, altrimenti avrebbero trovato di peggio".

La mensa resterà chiusa almeno una settimana?

"Resterà chiusa a tempo indeterminato, fino a quando non sarà messa a norma. Per noi questo è un disagio, soprattutto per chi fa i turni serali, Senza mensa e con il bar interno che chiude il pomeriggio saremo costretti a portarci pranzo e cena da casa. Con la mensa chiusa ci danno 7 euro di buono pasto ma ovviamente essendo all’interno del carcere non possiamo uscire dalla struttura per andare in un bar a fare la pausa pranzo.

Mas.Sag.