Qui, nell’area industriale interna alla casa di reclusione di Milano Bollate, nell’annus horribilis del Covid, si producevano quasi 850mila mascherine protettive al giorno. A marzo 2024 l’impianto è stato dismesso, i macchinari sono stati sistemati all’interno di alcuni container, serviva un’alternativa per i detenuti che vi lavoravano. Bisognava trovare un’azienda interessata a entrare nell’area industriale e avviare una riconversione produttiva dello spazio. È qui che entra in gioco la Coimec Coibetazioni Termoacustiche Spa di Cormano, azienda leader in questo settore, che ha scelto di aprire un’officina, ha formato e assunto 12 detenuti. L’azienda inserita nel Programma 2121, una partnership tra pubblico e privato che coinvolge, oltre alle istituzioni locali e al ministero della Giustizia, ben 36 aziende che lavorano nei cantieri di Mind e che ha come obiettivo la formazione e l’inserimento lavorativo dei detenuti. Un nuovo progetto “virtuoso” quello della Coimec che ieri mattina è stato presentato dal direttore del carcere, Giorgio Leggieri e dai rappresentanti delle realtà pubbliche e private che lo hanno reso possibile.
"Questa è un’eccellenza industriale che ha scelto di sottoscrivere il Programma 2121, di portare lavoro all’interno del carcere, di formare e assumere detenuti - commenta il direttore - un’altra realtà che ha capito che qui ci sono persone detenute con grandi capacità e che si può fare lavoro di qualità anche in un istituto penitenziario". Ma è solo l’inizio perché nell’officina, nei prossimi mesi, saranno installati nuovi macchinari che consentiranno di aumentare la produttività e il numero di detenuti impiegati per arrivare a 25. "Oggi è un giorno molto importante per noi. L’inaugurazione della nuova sede industriale di Coimec all’interno del carcere rappresenta molto più di una semplice espansione industriale - dichiara Nunzio Perna, Amministratore Delegato Coimec -. È un simbolo concreto del nostro impegno come azienda che mette al centro non solo l’innovazione e la produttività, ma anche l’inclusione e la responsabilità sociale. Quando ci è stato richiesto di entrare a far parte del programma 2121, non nascondo che c’era qualche preoccupazione, ma oggi possiamo dire di essere felici di dare una seconda opportunità a chi ne ha più bisogno".