Milano, 29 luglio 2024 – Se la situazione delle carceri italiane è oltre i livelli di guardia, e quelle lombarde conquistano la maglia nera per sovraffollamento, rivolte e problemi strutturali, come il Rapporto Antigone ha evidenziato nei giorni scorsi, quella che riguarda le strutture minorili, come il Beccaria di Milano, è ormai esplosiva. A denunciarlo, ancora una volta, è il sindacato della Polizia penitenziaria Sappe. Dopo l’ennesima rivolta tre giorni fa – un altro incendio, con un letto dato alle fiamme in un reparto e sei intossicati – il segretario nazionale del Sappe, Donato Capece, parla senza mezzi termini di una “situazione fuori controllo, dove nonostante la sostituzione di direttore e comandante, e nonostante l’assegnazione di ulteriori 50 agenti, abbiamo assistito a un nuovo grave episodio venerdì sera, con sei persone intossicate, di cui due ragazzi maghrebini portati d’urgenza in pronto soccorso. Lo Stato non riesce più a riprendere il controllo del penitenziario minorile lombardo, nel quale i detenuti continuano a rifiutare ogni collaborazione e insistono nel creare disordini a ogni occasione”.
La struttura di via Calchi Taeggi ha una capienza di 70 posti, limite che viene spesso superato. Il Beccaria è, insomma, lo cassa di risonanza di una città che attira centinaia di minori non accompagnati e spesso allo sbando per i quali la delinquenza, lo spaccio e il consumo di droga sono le inevitabili conseguenze. E per i quali prima o poi si aprono le porte del carcere. “Se i violenti sono stranieri, vanno espulsi e rispediti nei loro Paesi – continua Capece – e se sono maggiorenni vanno trasferiti nelle carceri per adulti. Solo così è possibile riprendere il controllo della situazione”. L’unica soluzione per il Beccaria, a detta del segretario del Sappe, è ora il commissariamento. “È la sola strada percorribile – spiega –: commissariare, se necessario, la struttura detentiva sospendendo ogni tipo di attività fino a che non vengono rispristinati ordine e disciplina, individuando e trasferendo altrove i detenuti facinorosi”.
"Coinvolgere le comunità di recupero
D’accordo con la posizione di Capece anche Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del Sappe. Che parla di situazioni sul filo del rasoio nelle strutture minorili di tutta Italia, non solo in quella milanese. Che rischiano di sfuggire di mano. A Roma, il 22 luglio, tre detenuti tunisini sono evasi da Casal del Marmo. “Siamo del tutto privi di protocolli e di formazione ad hoc per affrontare queste situazioni. Al Beccaria, come altrove, ci sono ragazzi che nella maggioranza dei casi fanno uso di droghe. Sono ragazzi per natura, e per l’età che hanno, problematici, molto meno gestibili degli adulti – spiega Grego –. Per alleggerire la situazione ci dev’essere anche una presa in carico da parte delle comunità di recupero per tossicodipendenti dove trasferire i ragazzi che hanno questo tipo di problemi. Al Beccaria il problema non è tanto il sovraffollamento, ma il fatto che diversi reparti sono chiusi, e se si continuano a verificare periodicamente incendi e devastazioni non so quanti ne resteranno ancora aperti...”. Per il Sappe il Governo deve mettere finalmente mano al dossier carceri. “Il problema non può più essere ignorato, dev’essere una priorità”. In Italia la popolazione carceraria minorile è composta da 550 ragazzi, la stragrande maggioranza dei quali stranieri.