SIMONA BALLATORE
Cronaca

Carceri sovraffollate: "Moltiplichiamo gli sforzi"

L’appello del direttore di Caritas Ambrosiana che da marzo ospita 30 detenuti . Attività di recupero penalizzate dalla pandemia: chiesta didattica a distanza

di Simona Ballatore

"Ben vengano le iniziative che in questi giorni sono state avanzate tanto dalla politica quanto dalla società civile per affrontare il sovraffollamento delle carceri giunto oltre i limiti compatibili con la gestione della pandemia in corso. Ora occorre moltiplicare gli sforzi e siamo pronti a fare la nostra parte". A dirlo è Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambriosiana. Che da marzo sta ospitando trenta detenuti (soggetti a restrizioni della loro libertà personale e a controlli di polizia) in tre appartamenti a Milano, uno a Varese e nell’ex casa del clero Villa Aldé a Lecco, messi a disposizione, anche grazie alla collaborazione della diocesi, per “alleggerire” gli istituti penitenziari durante la pandemia e per accogliere in particolare chi, indicato dal Magistrato di Sorveglianza, non avrebbe potuto scontare gli ultimi mesi di pena altrove perché senza una casa. "Le persone che abbiamo accolto sono molto grate dell’opportunità e stanno vivendo questo periodo difficile con una maggiore serenità, pur rimanendo a tutti gli effetti dei detenuti - sottolinea Gualzetti -. Ci dicono che proprio in questi mesi hanno avuto occasione di riflettere su quello che hanno fatto, segno evidente che questa è la strada che le istituzioni devono intraprendere se vogliono riabilitare le persone e non solo affrontare la cronica debolezza del nostro sistema penitenziario che la crisi sanitaria ha solo acuito".

Mentre il numero dei detenuti negli istituti penitenziari è tornato sopra il livello di guardia e si stanno prevedendo nuove misure, resta anche il problema delle occasioni di recupero e reinserimento che stanno venendo meno. "Per ragioni di tutela della salute, in Lombardia i volontari non possono più entrare nei penitenziari, con rarissime eccezioni - ricorda Gualzetti -. Comprendiamo queste preoccupazioni. Tuttavia, invitiamo con forza le autorità a trovare le modalità che consentano lo svolgimento della attività di risocializzazione, a cominciare dalla scuola, valutando lo possibilità di offrire ai detenuti la didattica a distanza".