di Monica Autunno
"Carichi di lavoro eccessivi, rischi e stress", i "drivers" Amazon incrociano le braccia e spengono i motori: da Pioltello a Burago di Molgora sino a Castegnato, nel Bresciano, giornata di difficoltà per la filiera delle consegne espresse. L’agitazione è stata promossa da Cgil e Cisl, vi hanno aderito centinaia di addetti, in carico a realtà esterne cui il colosso delle spedizioni affida le attività di consegna. Replica immediata dell’azienda. Ricorda il recente accordo sulla riduzione dell’orario e respinge addebiti su salari o altro: "Esigenze operative e obiettivi sono pianificati con i fornitori, i salari sono fra i più alti del settore". È positivo, per le sigle sindacali che lo hanno promosso, il bilancio dello sciopero, durato un intero turno lavorativo. "Abbiamo avuto - spiega William Leoni, funzionario regionale di Filt Cgil - un’adesione a livello lombardo pari all’80%. Una quota molto importante. I problemi ci sono". In primis, le ore al volante. Il primo giugno scorso è entrato in vigore il nuovo orario per i corrieri, con riduzione da 43 a 42 ore settimanali. "Vero - così il sindacalista - ma a fronte della riduzione d’orario si registrano più consegne. Ad oggi un driver smaltisce qualche cosa come 170, 200 ‘“posizioni”, ovvero recapiti merce, al giorno. Una consegna ogni due minuti". Altre questioni sul tavolo: "Sicurezza e incidenti. Se un corriere durante le consegne nei tempi di cui si diceva danneggia in qualsiasi modo un mezzo può essere soggetto a una franchigia salatissima. Diciamo questo. Questi poli distributivi all’interno hanno protocollo rigoroso. Ma quando varchi il cancello, sei solo". Infine la busta paga. "Non pare bassa. Ma per una parte è costituita da indennità trasferta, che non produce ferie o tredicesima". A Pioltello l’inaugurazione del nuovo deposito di smistamento "da ultimo miglio" Amazon è recente, risale all’agosto del 2021. Da e per l’enorme magazzino partono e arrivano, ogni giorno, circa 180-200 driver in carico a tre grandi società esterne. Anche qui, ieri mattina, braccia incrociate. Così, integralmente, la nota di Amazon in replica. "Lavoriamo a stretto contatto con i nostri fornitori di servizi di consegna per consentire loro di pianificare le loro esigenze operative e definire degli obiettivi realistici, che non mettano pressione su di loro o sui loro dipendenti". Per quanto concerne lo scenario e gli stipendi.
"Nell’ambito della contrattazione nazionale, lo scorso primo giugno è entrato in vigore il nuovo orario per i corrieri che prevede una riduzione da 43 a 42 ore settimanali. I corrieri sono assunti da fornitori di servizi di consegne al livello G1 del contratto nazionale di lavoro Trasporti e Logistica con un salario d’ingresso pari a 1.658 euro lordi al mese, tra i più alti del settore, per i dipendenti a tempo pieno, oltre a 300 euro netti mensili come indennità giornaliera".