MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Carla Andreasi e il compleanno centenario: “La mia vita? Amicizie e viaggi. Ora leggo e scrivo un diario”

Dai 6 ai 17 anni ha vissuto all’orfanotrofio delle Stelline, poi il lavoro all’ex Sieroterapico. “La nuova M4 mi piace. Io però preferisco il tram, l’ho preso per andare a vedere l’albero di Natale”

In alto, la signora Carla Andresi con tutti gli amici per la festa Accanto, il tram che prende per andare in centro e, sopra, mentre soffia sulle candeline della torta per i 100 anni

In alto, la signora Carla Andresi con tutti gli amici per la festa Accanto, il tram che prende per andare in centro e, sopra, mentre soffia sulle candeline della torta per i 100 anni

Milano – “Sono nata il 22 gennaio del 1925”. Cento anni fa. Per rendere l’idea del tempo trascorso, si pensi che meno di 20 giorni prima Benito Mussolini pronunciava il suo discorso sul delitto Matteotti alla Camera dei Deputati del Regno d’Italia. Tempi bui. Ma i ricordi, nel salotto di Carla Andresi, oggi (ieri per chi legge, ndr) sono solo lieti. Perché la signora festeggia un traguardo importante: sulla torta, il numero è a tre cifre. Per l’occasione si è vestita elegantissima, con un maglione dorato abbinato a collana e orecchini oro e blu cobalto. Impeccabile anche la piega, fresca di parrucchiere.

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La signora Carla Andresi festeggia 100 anni

Dopo l’incipit, racconta l’infanzia: “Da bambina vivevo nella zona di via Melchiorre Gioia, c’era il Naviglio Martesana scoperto” e lei lo vede ancora, nella mente, come una cartolina fissa nei meandri della memoria. A 6 anni e mezzo l’ingresso nell’orfanotrofio delle Stelline perché sua madre, rimasta vedova, sola con due figli (Carla aveva un fratello) si trovò costretta a mandare la figlioletta in collegio. “Dove sono rimasta fino all’età di 17 anni”. La centenaria ricorda con affetto quegli anni, “c’era rigore ma anche dolcezza. Mi sentivo amata, accudita. E poi alle Stelline ho imparato moltissimo: a studiare e a ricamare, per esempio. Ricordo anche le passeggiate con le amiche in corso Vercelli”.

La guerra non era ancora finita quando uscì dall’orfanotrofio, pronta ad affrontare il mondo con tutte le difficoltà di allora. “C’era comunque tanta voglia di fare”. E la signora Carla, con le mani in mano, non c’è mai stata. “Ho lavorato come segretaria nell’ex Istituto Sieroterapico Milanese in via Darwin per 34 anni. È stato la mia seconda casa”. A casa ora custodisce la “Monroe“, una calcolatrice meccanica con un corpo in ghisa, che è stata tra i suoi primi strumenti di lavoro. Una, identica, è esposta anche nel Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo Da Vinci. “Se tornassi indietro – sottolinea la centenaria – rifarei lo stesso lavoro”. E farebbe anche le stesse scelte, “come quella di non sposarmi: sono sempre stata una “singola“. Ma agli altri non voglio dare consigli, anzi dico: se amate qualcuno, sposatevi. Non restate soli. Io, comunque, sola non sono mai stata perché ho sempre avuto amici e amiche”. Anche ieri ha spalancato la porta a vicini di casa, tra cui Maria Palomares, del comitato inquilini di via Odazio, “e arriveranno anche i miei ex compagni di “Unitre“, l’università della terza età, che frequentavo fino a due anni fa”.

Dopo la zona di Melchiorre Gioia e quella centralissima di corso Magenta, il suo quartiere è diventato quello dell’Arco della Pace. “Mi piaceva uscire di casa, attraversare il parco e ammirare il Castello Sforzesco, uno dei miei luoghi del cuore”, continua. “Amo Milano ma anche altre città: nella vita mi è sempre piaciuto viaggiare. Sono stata ad Amsterdam, a Parigi, a Praga, a Venezia, a Firenze e in molti altri posti. Le sensazioni più belle le ho avute nei vecchi borghi”. Di Milano “amo il mio quartiere, il Giambellino: mi fa rabbia quando qualcuno ne parla male, qui non manca nessun servizio”. Nella zona, la signora Andresi vive dal 1962, “quando la casa in cui abito tuttora era stata appena costruita”.

Le brillano gli occhi, quando le si chiede se è felice dell’arrivo della metropolitana, la M4, che unisce Linate a San Cristoforo. “Sono contenta, è un servizio importantissimo per la zona. Io però non ci sono ancora salita. Preferisco prendere il tram, il “mio“ 14 per andare in centro. L’ultima volta ci sono andata poche settimane fa, per vedere l’albero di Natale”.

E come trascorre le giornate? “Leggo i giornali, scrivo un diario e tengo nota delle spese. Non amo particolarmente cucinare né mangiare. Però a tavola non manca mai il Limoncello: lo adoro”. Lo ha offerto anche ai suoi ospiti, ieri. Tra loro, Elisabetta Sigurtà, figlia di suo cugino. Poi il suo ex medico: Carlo Veneroni, ora in pensione. “La trovo bene e mi fa tanto piacere”, dice della signora Carla. Poi, la battuta: “Certo, non come quando la curavo io...”. Tutti presenti quando alle 10.30 si è presentata – ospite d’onore – la vicepresidente del Municipio 6 Francesca Gisotti, che alla signora Carla Andresi ha consegnato la benemerenza civica del Comune dedicata ai centenari. “La custodirò – promette la signora – tra gli oggetti più cari”.