SIMONA BALLATORE
Cronaca

“Carlo e Francesco, due di noi”: quando la fede unisce le generazioni. I ragazzi, Acutis e l’ultimo saluto al Papa

Fra i 250 da tutto il mondo al Leone XIII di Milano per la canonizzazione del santo dei giovani. La processione, poi a Roma per i funerali

Il Leone XIII tappezzato di manifesti: “Carlo e Francesco two of us”: due di noi

Il Leone XIII tappezzato di manifesti: “Carlo e Francesco two of us”: due di noi

MILANO – “La canonizzazione di Carlo è stata posticipata, ma l’atmosfera che si sente non è cambiata, è raddoppiata: non è un caso che sia stato proprio Papa Francesco a volerlo Santo”. Leonardo Del Bo, 18 anni, è all’ingresso della sua scuola, il Leone XIII di Milano, ad accogliere le delegazioni in arrivo da 20 scuole del mondo, con 250 studenti in tutto. Avevano preso i biglietti dell’aereo mesi fa per festeggiare Acutis e raggiungere insieme piazza San Pietro, parteciperanno invece ai funerali del pontefice, che si terranno proprio sabato.

“Non era affatto prevedibile, ma penso che sia quasi un clin d’œil, diciamo in francese, un occhiolino dal cielo: tutto si sta allineando per questa settimana”, non ha dubbi Annie Mondy, arrivata da Tolosa, in Francia. Joseph Karroum, 18 anni, viene da Cleveland, in Ohio: “Sono onorato di poter partecipare alle esequie del Papa, di rappresentare la mia scuola e il mio Paese – confessa –. È un evento unico nella vita. Mi sento triste ma allo stesso tempo felice, perché so che è in un posto migliore e perché tante persone verranno a pregare per lui”.

Non ci saranno solo i potenti “e i giovani saranno di più, proprio per questa combinazione di eventi: sono il futuro della Chiesa, giusto? Penso che questo viaggio sia un’opportunità per favorire tutto questo”, dice Armando Hernandez, arrivato da New York insieme a Francisco Rengifo: “Non tante persone hanno avuto l’occasione di partecipare a un evento così importante come il funerale di un Papa – sottolinea l’amico –. Francesco era davvero una persona straordinaria, era semplicemente fantastico”. Lo sentono vicino sì. “E ora stiamo anche parlando di Carlo”, aggiunge emozionato Armando, guardando la locandina dell’evento “Carlo one of us“ trasformato dalla storia in “Carlo e Francesco two of us”.

Carlo Acutis, morto per una leucemia a 15 anni
Carlo Acutis, morto per una leucemia a 15 anni

“All’inizio c’è stato grande sgomento per la morte del Papa, poi sostituito da un senso di gratitudine per tutto quello che ha donato a questo mondo, per le parole di speranza e pace che ha sempre lanciato con vigore. Cerchiamo di cogliere la sua eredità con i ragazzi di tutto il mondo”: ripercorre il cambio di programma improvviso Vincenzo Sibillo, direttore del Leone XIII. Nei corridoi e a due passi dall’aula di Acutis ci sono le brandine messe a disposizione dagli alpini per trascorrere la tappa milanese prima di partire per Roma, in bus. Qui i ragazzi stanno incontrando i professori di Carlo e stanno ascoltano le parole della mamma Antonia. “Ha fatto così tanto bene, quando era ancora in vita. Dimostra quanto meriti di essere canonizzato come Santo considerando anche tutto il bene che continua ad accadere intorno a noi – commenta Annie –. Stiamo creando ancora più energia positiva in uno spazio che non è solo molto cristiano, ma anche molto gentile”.

“Pensare che Papa Francesco abbia chiuso la sua missione nei giorni del Giubileo degli adolescenti ci colpisce – conclude la preside dei licei, Alice Zanardi –. Quante parole di amore e di fiducia ha avuto per i giovani, ed è questa la responsabilità di oggi di una scuola come la nostra: dare fiducia ai ragazzi. Quando abbassiamo le richieste e l’asticella in qualche modo la partita è persa per tutti. E invece loro sono qui: si sono messi tutti in viaggio, non si sono fatti scoraggiare da un cambio di programma o da un evento così diverso, ci fanno capire che quando diamo fiducia e li mettiamo in gioco loro rispondono facendoci sperare sul futuro”.