FEDERICA ZANIBONI
Cronaca

Carlotta Benusiglio, fu suicidio? La mamma e la sorella non ci stanno: “Speriamo solo che lei non veda da lassù”

Milano, la rabbia dei parenti della stilista trovata impiccata in piazza Napoli dopo la sentenza che assolve l’ex fidanzato Marco Venturi da tutte le accuse

Carlotta Benusiglio (a destra) con la madre Giovanna (al centro) e la sorella Giorgia (a sinistra)

Carlotta Benusiglio (a destra) con la madre Giovanna (al centro) e la sorella Giorgia (a sinistra)

Milano – Sette anni e due gradi di giudizio. Prima una condanna per “morte come conseguenza di altro reato”, poi l’assoluzione. Marco Venturi, secondo quanto stabilito dalla Corte d’Assise di Appello di Milano, non ha alcuna responsabilità nella morte della fidanzata Carlotta Benusiglio, che era stata trovata impiccata con una sciarpa a un albero in piazza Napoli nel capoluogo lombardo. Ribaltando completamente la sentenza di primo grado emessa nel giugno del 2022, l’uomo è stato assolto da tutte le imputazioni.

“Non c’è giustizia”

Non ci sono parole", ha detto la madre della stilista 37enne, allontanandosi lungo il corridoio. “Non c’è giustizia”. Nessuna parola da parte della sorella Giorgia, che a sua volta ha assistito alla lettura del verdetto e ha lasciato l’aula sbattendo la porta.

"Troppe aspettative”

"Capisco la reazione dei parenti - ha precisato l’avvocato Andrea Bellotti, difensore di Venturi -, però credo anche che siano state create troppe aspettative in questo procedimento. Sarebbe stato più corretto essere realistici fin dall'inizio”.

Impiccata all’albero

Era il 2016, quando il fidanzato di Carlotta veniva sentito per la prima volta come testimone. Il corpo della donna era stato trovato nei giardini di piazza Napoli, con una sciarpa stretta intorno al collo e legata al ramo di un albero. La schiena era appoggiata al tronco e i piedi toccavano terra.

Le ultime ore

Fin da subito, era emerso che nelle sue ultime ore di vita, la 37enne aveva trascorso la serata fuori a bere insieme al compagno, con il quale aveva già un rapporto abbastanza tormentato. In breve tempo, in seguito a ulteriori accertamenti, infatti, erano emersi anche episodi di stalking e lesioni da parte di lui nei confronti della ragazza.

Le indagini e la condanna

Ma se in un primo momento le indagini avevano portato all’ipotesi di suicidio, un anno e mezzo più tardi Marco Venturi veniva indagato per omicidio. Con la sentenza di primo grado, emessa dal gup di Milano Raffaella Mascarino, che lo aveva giudicato con il rito abbreviato, era stato condannato a 6 anni per “morte come conseguenza di altro reato”. Il gesto estremo di Carlotta, stando a quel verdetto, quindi, sarebbe stato la conseguenza dei comportamenti che Venturi aveva avuto nei suoi confronti: non un omicidio, ma comunque una pesante responsabilità nella tragedia da parte del fidanzato.

Sentenza ribaltata

Adesso è stato tutto completamente ribaltato. Nonostante la procura generale avesse insistito con la richiesta di una condanna a 30 anni per il reato di omicidio volontario e con l’ipotesi che lui l’abbia strangolata inscenando un suicidio, Venturi è stato assolto da tutti i capi di imputazione, compreso lo stalking, perché “il fatto non sussiste”. È stato anche prosciolto "per non doversi procedere" per prescrizione da un episodio di lesioni.

“Spero che Carlotta non veda”

"Spero solo che Carlotta non veda”, ha aggiunto la madre uscendo dall’aula. Le motivazioni saranno depositate tra 40 giorni, ma come ha sottolineato il legale di Venturi “questa sentenza ci dice che c'è una ragazza che si è suicidata”. I legali di parte civile, che assistono i familiari di Carlotta hanno ribadito che cercheranno “la verità" e “di dare giustizia”. Ancora aperta la possibilità di ricorrere “sull’omicidio”, ha detto l’avvocato Gian Luigi Tizzoni, “la Procura generale valuterà e farà i suoi passi. Il ricorso in Cassazione è scontato”.