Milano, 23 novembre 2019 - Aumentano i canoni d’affitto, aumentano gli sfratti e le persone in stato di bisogno. Cala il volume delle domande esaminate, se si tratta di domande in deroga, e la percentuale degli alloggi pubblici assegnati resta modesta se paragonata alla mole delle richieste. Questa la fotografia dell’emergenza casa a Milano secondo il rapporto presentato ieri dal Sicet, uno dei sindacati degli inquilini, e relativo sia al mercato privato sia all’edilizia pubblica. Per quanto riguarda i canoni d’affitto sul mercato privato «Milano – si legge – è ormai la seconda città più cara d’Europa dopo Barcellona e i canoni nel corso del 2018 sono aumentati in media del 10%». Dati tratti dall’Housing Anywhere European Rent Index.
E nel primo trimestre del 2019 si sono rilevati ulteriori aumenti: il canone d’affitto per un monolocale è aumentato del 6,1%, per un bilocale del 4,2% e per un trilocale del 5,3%. I prezzi sempre più alti del mercato immobiliare privato incidono anche sugli sfratti: a Milano e hinterland ne sono stati eseguiti 410 nel 2017 e 2.845 nel 2018. Solo a Milano i provvedimenti di sfratto per morosità nel 2018 sono stati 1.025. Ma il dato più eclatante è quello relativo all’aumento delle famiglie in condizioni di «grave emergenza abitativa» che sono via via entrate nelle graduatorie, un aumento esponenziale perché pari al 536% nell’arco dei 10 anni considerati dalla ricerca. Nel dettaglio, dal 2008 al 2018 si è passati dalle 314 alle 2.016 famiglie in condizione di grave emergenza abitativa. E l’intensificarsi degli sfratti e l’acuirsi del bisogno si ripercuotono sulla richiesta di case popolari, la cui assegnazione è andata a rilento.
Dal 2008 al 2018 le famiglie inserite nella graduatoria per le case popolari sono state in media 24.861 all’anno, sempre secondo i dati del Sicet. Ma negli stessi anni gli appartamenti effettivamente assegnati sono sempre stati meno di mille. Per l’esattezza nel 2018 le assegnazioni sono state 859, pari al 3,4% del bisogno. Gabriele Rabaiotti, assessore comunale alle Politiche sociali e abitative, assicura, però, che il 2019 sarà in controtendenza: «Nell’anno in corso abbiamo già assegnato 1.400 alloggi, un aumento significativo dovuto all’opera di recupero degli appartamenti sfitti». Un passaggio a parte meritano le assegnazioni in deroga: in questo caso, tra il 2015 e il 2018, si è avuto un calo del 52,6% delle domande esaminate. Motivo? L’intervento, nel 2016, della legge regionale che nella sostanza ha eliminato le assegnazioni in deroga.
Alla stessa legge regionale e al regolamento che ne è l’emanazione e che è stato approvato nei mesi scorsi si deve un altro fenomeno riscontrato dai sindacati: a Milano un terzo delle domande esaminate viene cancellato per mancanza dei requisiti e nel 31,3% dei casi questo avviene perché gli stranieri non riescono a procurarsi il documento che attesta la mancanza di proprietà immobiliari nei Paesi di origine e in un altro 6,9% di casi perché non riescono a dimostrare la residenza continuativa in Lombardia negli ultimi 5 anni. Due condizioni poste dal nuovo regolamento.