MASSIMILIANO SAGGESE
Cronaca

I trattori invadono Milano: la protesta degli agricoltori arriva al Pirellone, “Fontana ascoltaci”

Il corteo composto da una trentina di mezzi agricoli è partito alle 11 alla volta del capoluogo, dove raggiungerà Palazzo Lombardia. “Stiamo vivendo un momento drammatico, vogliamo lo stato di crisi: così non possiamo andare avanti”

Binasco (Milano), 29 gennaio 2025 – Sono usciti dal campo dove è stato allestito il presidio permanente, nei pressi della rotatoria del McDonald's, in ordine e in fila indiana si sono messi in marcia direzione Milano. Hanno imboccato l'ex statale 35 dei Giovi e attraverseranno Zibido, Rozzano, costeggiando il Naviglio Pavese e poi arriveranno alla circonvallazione che percorreranno fino ad arrivare nei pressi di Regione Lombardia. Il corteo di trattori è scortato dalle forze dell'ordine e inevitabilmente provocherà disagi alla circolazione. "Vogliamo incontrare le istituzioni regionali perché la situazione è drammatica. Chiediamo lo stato d'emergenza per il settore" hanno spiegato i portavoce della protesta. Ma quali sono i motivi della protesta, scoppiata negli ultimi due giorni?

Il presidio degli agricoltori nel piazzale vicino al Mc Donald's di Binasco, vicino al casello autostradale della Milano-Genova
Il presidio degli agricoltori nel piazzale vicino al Mc Donald's di Binasco, vicino al casello autostradale della Milano-Genova

Il malessere

Nessun “fulmine a ciel sereno” in realtà. La rabbia, le inquietudini e i problemi del settore agricolo sono in realtà di lunga data. E si sono stretti come una tenaglia negli ultimi mesi attorno al collo di imprenditori, viticoltori e allevatori lombardi e del resto d’Italia. A non farli più dormire sono il carovita dei prodotti al consumo (latte, pane, pasta, riso...) che ha inevitabilmente ridotto le possibilità di spesa dei consumatori, il costo delle materie prime (compreso il carburante), il meteo (la pioggia degli ultimi giorni in Lombardia; la siccità in Puglia) e il rischio che la politica internazionale – dai dazi minacciati da Trump al potenziale accordo fra Mercosur e Unione europea – assesti sulle produzioni locali un’ulteriore mazzata. Gli agricoltori chiedono di poter lavorare tranquilli, garantire la qualità dei loro prodotti e di non vedere i propri margini di guadagno ridursi mese dopo mese. Non a caso sono riuniti sotto una sigla: Ral, Riscatto agricolo Lombardia.

Un gruppo di agricoltori di Ossona, nell'Ovest milanese, anch'essi pronti a marciare su Milano
Un gruppo di agricoltori di Ossona, nell'Ovest milanese, anch'essi pronti a marciare su Milano

Le ragioni della rabbia

“Negli ultimi vent’anni – racconta un agricoltore – il 50% delle imprese agricole ha chiuso a causa dei costi di produzione. I nostri prodotti vengono pagati troppo poco rispetto a quanto ci costa produrli e sugli scaffali il consumatore è costretto a pagare sempre di più. Bisogna rivedere qualcosa in tutta la catena, perché il sistema non è più sostenibile. Occorre accorciare la filiera in modo da valorizzare le materie prime e aumentare gli introiti dei produttori, senza pesare su chi deve comprare”. Nel Pavese il presidio degli agricoltori, che si è assestato all’altezza del casello dell’autostrada Torino-Piacenza, proseguirà per tutta la settimana. In attesa di risposte.

Il presidio degli agricoltori nel piazzale vicino al Mc Donald's di Binasco, vicino al casello autostradale della Milano-Genova
Il presidio degli agricoltori nel piazzale vicino al Mc Donald's di Binasco, vicino al casello autostradale della Milano-Genova