Milano - "Non ci sono cambi di rotta in questo percorso, partito tantissimi anni fa. C’è sempre stata una libertà sostanziale allo Ied, ora aggiungiamo un tassello formale: chi ha intrapreso o intraprenderà una transizione di genere può accedere alla carriera ’alias’, che può essere richiesta anche per motivi di sicurezza". Così Riccardo Balbo, direttore Accademico Gruppo Ied, annuncia le novità: nuovo libretto per gli esami, i documenti interni riporteranno il nome scelto, diverso da quello anagrafico, per tutta la carriera accademica. "Avremo presto anche un ’diversity office’, dedicato non solo agli studenti ma anche ai professori e al personale, e abbiamo già uno sportello di ascolto in tutte le sedi", ribadisce Balbo. La richiesta questa volta non nasce dal “basso“ e dagli studenti: "Perché tutti si sentono già liberi di essere quello che sono e di mostrarlo, ma pensiamo sia un passaggio doveroso formalizzare questa possibilità", sottolinea il direttore accademico dell’Istituto Europeo di Design. Mentre un’altra scuola superiore milanese si appresta a varare la carriera alias: il liceo più grande di Milano - il Virgilio - la ha già approvata in collegio docenti (con solo tre voti contrari su 170) e i primi di dicembre il regolamento passerà al vaglio del Consiglio d’Istituto - appena eletto - per l’ultimo via libera e la pubblicazione del regolamento. "Abbiamo già cinque ragazzi che hanno manifestato questa esigenza - spiega il preside, Roberto Garroni -, abbiamo già promosso iniziative interne al consiglio di classe, chiamandoli col cognome e non col nome in attesa di questo regolamento, che ha messo d’accordo tutti perché molto pragmatico e non ideologico. Ci saranno poi due bagni ’gender free’ in ciascuna sede". Non verrà chiesto alcun certificato medico, come succede in altre scuole "anche se si auspica un accompagnamento psicologico nel percorso". Il Virgilio si è avvalso del supporto di Agedo, associazione di genitori, parenti, amiche e amici di persone lesbiche, gay, bisessuali, trans ed è stata fatta formazione tra i docenti "perché per motivi di anagrafe e cultura non tutti sono attrezzati - sottolinea Garroni -, ma ho apprezzato la volontà condivisa di capire, di approfondire. Di pensare al benessere degli alunni".
"Sono 153 le scuole in tutta Italia che oggi prevedono la carriera alias - spiegano da Agedo Milano -, ogni giorno se ne aggiunge qualcuna e le province sono molto attive. Noi siamo a disposizione per spiegare come funziona, pubblichiamo la modulistica e le rincuoriamo quando ricevono le minacce di chi fa azioni di disturbo contro un diritto che è dovuto: il diritto a essere chiamati con il vero nome, quello in cui ci si riconosce, è importante anche per prevenire l’abbandono scolastico e per una scuola inclusiva". A fare da apripista sono state le università - hanno la carriera alias sia Politecnico che Statale che Bicocca - , poi sono arrivate le scuole superiori e alcuni istituti comprensivi. A Milano è già realtà al liceo artistico Brera, al Frisi, all’educandato Setti Carraro, allo scientifico Volta, all’istituto Cavalieri, al Caravaggio e al Clemente Rebora di Rho.