Senago, 7 giugno 2023 – La parete attrezzata con le foto di loro due insieme, in ordine sulle mensole. Il divano a "L" che divide il salotto dalla cucina, con un’altra parte della stanza che la coppia usava per sistemare lo stendino per la biancheria, vicino alla porta-finestra del balcone. Su un muro che fa da anticamera alla zona notte, l’istantanea della vacanza a Ibiza di qualche mese fa: il mare delle Baleari fa da sfondo all’abbraccio tra Giulia Tramontano e Alessandro Impagnatiello. E fa ancora più orrore pensare che proprio davanti a quell’immagine di apparente felicità il barman trentenne abbia aggredito la compagna incinta al settimo mese, ferendola a morte con due coltellate alla gola e una al torace.
I carabinieri nella casa
Ieri i carabinieri della Sezione investigazioni scientifiche del Nucleo investigativo di via Moscova, coordinati dal colonnello Antonio Coppola, hanno passato al setaccio l’abitazione al primo piano di via Novella 14/A, dove tra le 20 e le 20.30 di sabato 27 maggio Impagnatiello ha ucciso la ventinovenne agente immobiliare. Gli accertamenti, ai quali nella prima fase hanno partecipato anche l’aggiunto Letizia Mannella e il pm Alessia Menegazzo, si sono concentrati per ore sull’appartamento di circa 80 metri quadrati: sul muro della parete attrezzata, a destra rispetto alla porta d’ingresso, è stata repertata una piccola macchia di sangue visibile.
Il luminol
Le altre, evidentemente ripulite dal killer dopo il raid letale, sono state intercettate dal luminol in diversi punti del salotto, il che lascia ipotizzare che l’omicidio sia avvenuto proprio in quella stanza. Altre tracce ematiche e biologiche sono state scovate in misura minore in cucina, in particolare lungo le fughe delle piastrelle. Impagnatiello ha dato due versioni differenti della dinamica: inizialmente ha detto, nel corso dell’interrogatorio che poi ha portato al fermo, che Giulia si sarebbe autoinferta alcuni colpi al collo e che lui, "per non farla soffrire", l’avrebbe uccisa; davanti al gip ha corretto il tiro, sostenendo che la compagna si sarebbe ferita accidentalmente tagliando i pomodori e che quella ferita gli avrebbe fatto scattare la furia omicida.
Bottiglia di benzina
In casa , stando a quanto risulta al Giorno , i militari avrebbero repertato anche una bottiglia di benzina, veleno per topi (oggetto anche di una ricerca on line di Impagnatiello nei giorni precedenti) e una confezione di pellicola trasparente tipo domopak, identica a quella che avvolgeva parzialmente il corpo della donna al momento del ritrovamento del cadavere. Poi le tute bianche della Sis si sono spostate nei sotterranei dello stabile di Senago: segni evidenti della permanenza del cadavere sono stati trovati in cantina e nel box; in più, in garage c’erano segni di annerimento in corrispondenza del neon. Inoltre, quando gli investigatori hanno spalancato la porta basculante, è arrivato intenso l’odore di combustibile, a distanza di nove giorni dal tentativo (il secondo di Impagnatiello dopo quello della vasca da bagno) di bruciare il corpo.