
Ciro, 28 anni, la moglie Angelica, 33 e la loro figlioletta (Newpress)
Milano, 27 febbraio 2018 - «Abbiamo diritto a una casa popolare ma da mesi veniamo rimbalzati da un ufficio all’altro. L’unica casa che ci è stata proposta richiede un investimento economico per metterla in sesto. Ora, però, non abbiamo i soldi. E siamo punto e a capo». È l’odissea che sta affrontando una giovane coppia: Ciro Sannino, di 28 anni, corriere, e la moglie Angelica Monaco, di 33, che al momento vivono dai genitori di lei, in un alloggio popolare di 54 metri quadri, con la loro bimba di 18 mesi. In casa, anche la sorella di lei e cognata di lui, di 16 anni. «Sei persone in un piccolo trilocale – rimarca Ciro –. Io e mia moglie dormiamo in sala, in tre sul divano». Spiega di aver presentato domanda per avere una casa popolare nel 2012, «mia suocera ci ha proposto di vivere da lei, nel frattempo.
Poi, quando è nata la bambina, abbiamo presentato domanda per avere un alloggio “in deroga”, visto il sovraffollamento a casa di mia suocera. E la domanda, in un primo momento rigettata, è stata poi accettata dopo che abbiamo presentato ricorso. Lo scorso ottobre abbiamo saputo dall’Ufficio assegnazioni del Comune che la nostra domanda era stata accettata e che la pratica era stata affidata ad Aler». Ed è iniziato il “balletto” da un ufficio all’altro. Finché «ci è stato proposto da Aler un alloggio in zona Niguarda, in via Val Maira. Ma è in uno stato pietoso: dovrei spendere almeno 10mila euro. Io non chiedo un alloggio nuovo di zecca ma che almeno sia dignitoso. Però la mia “motivazione” non è sufficiente, a quanto pare. Per l’Aler io ho rifiutato la casa senza una motivazione valida. Ho portato allora le fotografie dell’alloggio agli uffici del Comune».
E ora è tutto in stand-by. Aler, interpellata dal Giorno, ribatte che «l’alloggio di via Val Maira è ristrutturato: sono stati rimessi a norma gli impianti, piastrellati la cucina e il bagno, sostituiti i sanitari. C’è la porta blindata. Gli infissi ci sono, anche se datati. L’eventuale sostituzione è a carico dell’inquilino». La coppia dovrà decidere in tempi rapidi se accettare o meno. «Ma– ribatte Fabio Galesi, presidente del Consiglio di Municipio 8, che sta affiancando la giovane coppia – mi piacerebbe sapere quanti soldi sono stati spesi per ristrutturare questo alloggio, che viene sì definito “ristrutturato” però non lo è: basta guardare l’impianto con canaline esterne, serrature e tapparelle malmesse, così come il parapetto del balcone». L’odissea continua.