Ancora occupata. E ancora allacciata abusivamente alla rete elettrica. Nonostante i ciclici blitz delle forze dell’ordine, è tornata calda la situazione alla Casa Rosa, l’edificio di via Trento che ormai da oltre vent’anni porta problemi di sicurezza e degrado al Restellone. Abusivi, irregolari, spacciatori e ricettatori abitano gli appartamenti della palazzina, che si trova a ridosso delle aree Falck, della ferrovia e della zona industriale tra Sesto e Cinisello. "La Casa Rosa è piena di criminalità", denunciava Roberto Di Stefano già nel 2014, quando all’epoca era un consigliere di minoranza tra le fila di Forza Italia. Scale piene di infiltrazioni, alloggi affittati in nero e sovraffollati, usati come deposito per la refurtuva, smercio di oggetti rubati nelle parti comuni. Ora l’edificio di via Trento è tornato a essere al centro dell’attenzione. Una marea di fili elettrici sono stati tirati e collegati sulla strada alla cabina Enel di trasformazione che si trova proprio su quella strada. In sostanza, gli inquilini della Casa Rosa rubano l’energia elettrica. Il Comune ha prima scritto al gestore e, ora, pensa all’esposto in Procura.
"Ho chiesto spiegazioni a Enel e la loro risposta mi ha fatto sobbalzare dalla sedia - rivela l’assessore all’Urbanistica Antonio Lamiranda -. Mi hanno detto che sono informati degli allacci abusivi, ma che sono stati proprio loro a tirare i cavi per evitare di avere ulteriori danneggiamenti alla cabina dai continui collegamenti irregolari. Sto pensando di presentare una denuncia, perché quella situazione è pericolosa oltre che illegittima". Già nel 2021 era scoppiato un incendio alla Casa Rosa, causa di una stufetta a gas. L’immobile rappresenta ormai un problema irrisolto da troppi anni. Le prime denunce risalgono a quasi vent’anni fa, ma da allora poco o nulla è stato fatto. Periodicamente intervengono le forze dell’ordine, identificando irregolari e anche bande criminali. Anni fa era stata posta sotto sequestro anche un’officina abusiva. "Noi abbiamo una colonia felina dentro all’azienda Sinteco che si trova alle spalle di quella palazzina fatiscente - raccontano le volontarie -. Sappiamo che ormai hanno preso la decisione di trasferirsi in un posto più consono. Un’altra azienda che lascerà Sesto".