
Agriturismo a Cascina Bullona
di Fabrizio Valenti
"Siamo tutti stanchi, non vogliamo pietismo. Però è una situazione complicata per il nostro comparto, è per questo che ho deciso di prendere carta e penna e scrivere queste righe". A parlare è Stefano Viganò, titolare dell’agriturismo Cascina Bullona di Pontevecchio di Magenta. Ha voluto ieri sera lanciare sui social sulla sua pagina facebook una riflessione sul mondo della ristorazione e da lì motivare la scelta di rimanere chiuso almeno fino all’Epifania. Non sono mancati i tantissimi commenti e testimonianze di vicinanza. Ma il punto è un altro. In altre parole, Viganò ma non è l’unico a pensarla così nel suo mondo, si stancato dei “tira e molla“ del Governo Conte.
"Così, senza attendere il prossimo Dpcm, abbiamo deciso in autonomia: tutto chiuso fino alla Befana". "D’altronde – esordisce lo storico ristoratore, la cui cascina è immersa nel Parco del Ticino alla Fagiana – le voci che rimbalzano insistentemente in merito a ulteriori chiusure nei giorni di festa di dicembre e gennaio ci portano a una considerazione, ed è quella che un grosso problema sanitario esiste e che non va ancora sottovalutato". In primis, quindi, la salute delle persone: del suo personale, ma anche e soprattutto degli ospiti. "Per Natale avevamo già almeno un centinaio di prenotazioni – rileva – ma non sono certo l’unico. Non voglio sicuramente fare quello più bravo degli altri. In questi mesi tutto il nostro settore ha sostenuto sforzi per adeguarci e mettere in sicurezza clienti e collaboratori. Ma davanti a tanti incertezza – chiosa Viganò - non resta che rispondere a tali difficoltà decisionali di altri con la responsabilità personale". Chiara e giustificata la critica a un governo “ballerino“, ma anche una riflessione rispetto al morale che, evidentemente, non può essere alle stelle. L’apri e chiudi, sfianca.
"Siamo tutti stanchi – ammette Viganò – l’attuale situazione ci ha logorato, e se si vuole offrire un servizio degno, occorre aver tempo di preparare le linee, studiare i piatti e ed avere una prospettiva certa". Tutte ragioni più che sacrosante per motivare come. chi ha fatto di questa professione la sua vita, si senta anche fortemente poco rispettato da chi sta sul ponte di comando. "Ci scusiamo – commenta ancora – ma ne andrebbe di mezzo anche il servizio stesso e la soddisfazione di tutti i nostri ospiti". E allora? Tutto chiuso? Non proprio. "Andremo avanti con chi ha prenotato e intende sfruttare il servizio presso il nostro punto vendita con prodotti a chilometro zero che sarà aperto in sicurezza anche questo fine settimana". Il ristoratore naturalmente non si dimentica dei suoi colleghi che stanno vivendo una situazione analoga: "A loro va il mio in bocca al lupo, stiamo dimostrando serietà e coraggio tenendo alto l’onore della nostra categoria".