
Il primo nucleo del complesso rurale affacciato sul Naviglio risale al ’500. Rimane per ora sulla carta il progetto di restauro approvato tre anni fa .
L’approvazione del progetto risale ormai a oltre tre anni fa, ma il restauro di Cascina Gogna, magnifico complesso rurale affacciato sull’alzaia del Naviglio Martesana a Bussero, per ora resta al palo. Rimangono percorso e obiettivi. "Gli incontri con la proprietà sono periodici – spiega il sindaco di Bussero Massimo Vadori –. Ma la situazione si è arenata sui fondi". E sugli aumenti, su carta, dell’importo del restauro. Che prevedeva e prevede la realizzazione di spazi ricettivi “leggeri“, di appartamenti a uso della proprietà, di un ristorante e spazi comuni da destinare ad attività culturali e convegni. Gli anni di abbandono e il rischio degrado non hanno tolto splendore al grande complesso sull’alzaia, un pezzo di paesaggio dalla lunga e preziosa storia alle spalle. Il primo nucleo nel ’500, quando il Naviglio, si legge nei documenti dell’Ecomuseo della Martesana, era strategica via fluviale per il trasporto di merci e persone all’interno del Ducato di Milano. Poi gli ulteriori fabbricati, sino al diciottesimo secolo, raggruppati attorno a una corte rustica, con porticato e loggia. Abitazione signorile all’origine, nell’800 la Gogna potenziò la sua vocazione agricola. Negli ultimi decenni l’abbandono, e poi il progetto di recupero. Disegno strategico, inserito negli anni scorsi anche nelle previsioni del piano di governo del territorio del paese.
Proprio all’altezza della Gogna, “cerniera“ fra parco del Molgora, Parco sud e plis della Martesana, avrebbe dovuto prendere corpo una sorta di “porta sud“ dell’abitato, punto di partenza per nuove ciclabili, stazione di sosta, area ristoro. Una presentazione ufficiale del progetto fu promossa dal Comune nel 2022, alla presenza del professionista estensore. I passaggi burocratici erano già stati superati, il parere della Sovrintendenza raccolto, il percorso tracciato: mantenimento delle volumetrie, demolizione delle sezioni a rischio crolli, rinascita delle parti di pregio. I cantieri furono annunciati per l’autunno. Poi, più nulla. "L’intervento è privato, sebbene strategico per l’intera comunità – così ancora Vadori – e non c’è molto che il Comune possa fare. Non ho sentore di un avvio imminente delle opere. D’altro canto la proprietà ha avviato un percorso molto impegnativo, anche e soprattutto sul fronte economico, in un momento difficile". Negli ultimi anni solo qualche intervento di messa in sicurezza. Il complesso è degradato "ma, a differenza di quanto succede altrove , è molto basso il tasso di vandalismi o intrusioni".