
Case Aler a Milano
Milano, 24 maggio 2020 - Su 236 appartamenti messi a bando, ne sono stati assegnati 42: appena il 17%. E tali assegnazioni sono rimaste sulla carta perché ad oggi gli appartamenti sono ancora tutti vuoti e le palazzine versano in stato di abbandono. Il riferimento è ai 236 alloggi di Garbagnate Milanese che Regione Lombardia ed Aler Milano hanno deciso di riservare agli agenti delle forze dell’ordine con la formula del patto di futura vendita, una formula che prevede il riscatto dell’alloggio da parte dell’inquilino.
Il 29 aprile del 2019 fu firmato l’accordo con la Prefettura di Milano: «Gli appartamenti – dichiarò allora Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche sociali e Abitative – saranno destinati alle forze dell’ordine a canone agevolato. I beneficiari potranno riscattare l’80% dell’affitto, che costituirà una prima parte di fondo per il mutuo. Un primo esperimento in Italia». Un esperimento che non ha avuto la sorte sperata. Le assegnazioni sono state formalizzate a novembre 2019 e i numeri sono stati modesti: come anticipato, solo 42 domande sui 236 alloggi in palio a Garbagnate. Per l’esattezza 22 in via Mazzini e 20 in via Milano. Domenico Ippolito, direttore generale di Aler Milano, non nasconde che ci si aspettava di più: «È mancata la partecipazione degli agenti della polizia penitenziaria. Il quartiere Quadrifoglio di Garbagnate è vicino al carcere di Bollate, per questo ci attendevamo una risposta maggiore da parte della penitenziaria. Un altro fattore che può spiegare le poche domande – prosegue Ippolito – è l’ampia metratura delle case».
Nello stesso bando erano inclusi anche 20 appartamenti dislocati in via Caduti di Marcinelle, a Milano. E in questo caso la risposta è stata migliore: 69 richieste. Possibile, allora, che nel caso di Garbagnate ci sia un problema di appeal. «Piaccia o no, la vicinanza col campo rom non è un incentivo» sottolinea Carmela Rozza, consigliera regionale del Pd. Ed è proprio la Rozza a segnalare come gli appartamenti di Garbagnate siano ancora vuoti, nonostante il bando si sia chiuso a novembre. «In questi mesi lo stato di abbandono degli alloggi e dei palazzi – spiega la consigliera del Pd – è aumentato. Rispetto al mio ultimo sopralluogo, fatto 9 mesi fa, si può persino entrare in qualche alloggio come niente fosse. A questo punto mi chiedo perché da novembre ad oggi nessun inquilino sia riuscito ad entrare nell’appartamento assegnatogli, perché Regione e Aler abbiano permesso che nel frattempo in questi palazzi, pagati coi soldi dei contribuenti lombardi, l’incuria la facesse da padrona e se gli agenti ai quali è stato assegnato uno di questi alloggi dovranno farsi carico anche di lavori prima non previsti e causati proprio dall’abbandono in cui sono state lasciate le palazzine. Spero proprio di no». Parole, quelle della Rozza, accompagnate dal video del suo nuovo sopralluogo.
Da parte sua, Ippolito spiega che «a ritardare le procedure per la consegna delle chiavi» sono intervenuti, da novembre a oggi, tre fattori. Il primo coincide con «i tempi necessari alla verifica dei documenti relativi a chi ha fatto richiesta dell’alloggio», quindi «le vacanze di Natale» e infine «l’emergenza Coronavirus», entrata nel vivo a marzo. Ippolito annuncia, poi, che «gli alloggi non assegnati alle forze dell’ordine, saranno ora messi a disposizione di persone sfrattate da alloggi privati, persone con reddito basso per il mercato privato ma alto per le case popolari».