MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Case bloccate, acquirenti in piazza: “Siamo in 1.600, il Comune ci tuteli”. Tajani: avanti con il Salva Milano

Il comitato ‘Famiglie sospese’ ha consegnato tre scatole di chiavi a Barberis, capo di gabinetto di Sala. In campo Residenze Lac, Scalo House e Savona 105. Il vicepremier: difendiamo chi ha investito i risparmi

Lo striscione del Comitato “Famiglie sospese“ ieri mattina davanti a Palazzo Marino

Lo striscione del Comitato “Famiglie sospese“ ieri mattina davanti a Palazzo Marino

Milano – “E tu di che cantiere sequestrato sei?”. Gli acquirenti delle case finite nel mirino della Procura a causa delle procedure urbanistiche comunali si ritrovano davanti a Palazzo Marino per lanciare un grido d’allarme dovuto anche al fatto che il decreto Salva Milano sembra ormai impantanato in Parlamento.

Non a caso lo striscione srotolato ieri mattina davanti alla sede del Comune recita: “1.600 famiglie senza casa, cantieri fermi: serve una legge “salva famiglie“ subito!”. In piazza Scala ci sono i cittadini che hanno formato il comitato ‘Famiglie sospese, vite in attesa’, coloro che hanno investito in Residenze Lac, Scalo House e Savona 105, alcuni dei 15 progetti sui quali la magistratura sta indagando. L’accusa? Alcune ristrutturazioni si sarebbero trasformate in nuovi edifici grazie a semplici Scia, la Segnalazione certificata di inizio attività, invece che a Permessi di costruire.

I cittadini davanti a Palazzo Marino mettono in atto una protesta simbolica: consegnano bendati tre scatole piene di chiavi al capo di gabinetto del sindaco Giuseppe Sala, Filippo Barberis: è lui ha incontrare gli esponenti del Comitato, visto che il primo cittadino ieri era a Roma per partecipare alla manifestazione pro-Ue. Uno dei portavoce delle famiglie sospese, Filippo Borsellino, sottolinea: “Chiediamo responsabilità. Questa situazione sta andando avanti da troppi mesi e ritengo davvero grave che le istituzioni non se ne siano mai fatte carico”. Qual è la soluzione per sbloccare la situazione, il Salva Milano?: “Ci speriamo – risponde Borsellino –. Io ho comprato un bilocale in periferia, nelle Residenze Lac di via Cancano, bloccate al momento. Il cantiere è al 70% dello stato dei lavori. Ci sono anche altre situazioni che non sono conteggiate nei 1.600 nuclei familiari”.

Il fondatore del comitato, Cristian Coccia, anche lui acquirente di un appartamento nelle Residenze Lac, racconta che “le situazioni delle famiglie collegate ai cantieri sotto sequestro vanno dal complicato al disperato. Ci sono famiglie che hanno venduto casa e ora sono in affitto, ci sono famiglie che hanno visto complicarsi la propria logistica perché hanno iscritto i figli dall’altra parte di Milano e si trovano altrove e ci sono giovani coppie che stanno strette nel bilocale perché contavano di realizzare una camera in più”.

Barberis risponde così ai manifestanti: “Sono qui, anche con il presidente della Commissione casa Federico Bottelli (Pd), per rappresentarvi la massima attenzione della Giunta e e del Consiglio comunale. La vostra preoccupazione è la nostra preoccupazione. Stiamo lavorando con l’Avvocatura per capire tutte le soluzioni che possono essere messe in campo senza avere un intervento normativo da parte del Parlamento”. In piazza Scala sono presenti anche i consiglieri comunali Carlo Monguzzi (Verdi), Gianmaria Radice (Riformisti), Alessandro Verri (Lega) e due esponenti di FI: il consigliere comunale Alessandro De Chirico – che ha presentato un ordine del giorno per istituire un tavolo permanente con gli acquirenti degli immobili i cui cantieri sono stati sospesi – e quello regionale Giulio Gallera.

Su X, intanto, il vicepremier, ministro degli Esteri e leader di Forza Italia Antonio Tajani spinge per una soluzione politica: “Andiamo avanti con il Salva Milano per non abbandonare cittadini perbene che hanno investito i loro risparmi”.