di Laura Lana
Il Comune di Sesto San Giovanni si impunta nella documentazione aggiuntiva da richiedere agli stranieri, ma sbatte nuovamente contro il muro. La Corte d’Appello di Milano, con una sentenza depositata in questi giorni, ha respinto il ricorso del municipio contro la decisione del tribunale, che aveva imposto di ammettere gli stranieri alle graduatorie per le case popolari senza richiedere "documenti del Paese di origine" spesso impossibili da reperire.
Una questione che era balzata alle cronache nazionali perché l’amministrazione, facendo valere l’assenza di queste informazioni, aveva di fatto cancellato dalle graduatorie un gran numero di famiglie straniere, anche se in estrema povertà.
Lo slogan "la casa agli italiani" era diventato realtà, attraverso criteri di accesso ritenuti non solo iniqui ma illegittimi. "Ormai c’è un’ampia giurisprudenza che stabilisce che quella richiesta non può essere formulata nel bando per accedere alla graduatoria delle case pubbliche – spiega l’avvocato Alberto Guariso –. Lo ha stabilito la sentenza di primo grado, che si è occupata del caso sestese. E un’ordinanza del tribunale che aveva ordinato alla Regione di modificare il regolamento che contiene analoga clausola: i bandi attualmente aperti non prevedono la clausola contestata".
Il Comune di Sesto, invece di adeguarsi, ha insistito nell’appell. Anche stavolta si è visto respingere le sue tesi, con anche la condanna al pagamento delle spese del giudizio. "La Regione deve ancora cambiare il suo regolamento, ma aveva inviato una circolare con le nuove disposizioni. Intanto, anche altre Regioni hanno dovuto soccombere su situazioni simili e pure la clausola de 5 anni di residenza è stata dichiarata incostituzionale – sottolinea l’avvocato –. C’è ormai una grande chiarezza normativa, nonostante iter burocratici ancora complessi".
Il Comune non può chiedere i documenti relativi alle proprietà immobiliari all’estero agli stranieri per la graduatoria per le assegnazioni.
"Gli alloggi ormai sono stati consegnati con l’elenco che aveva quei criteri. Significa che abbiamo delle famiglie che hanno visto violare il loro diritto". A Monza sono ancora pendenti delle cause singole, presentate da stranieri esclusi dal bando casa. Il Comune potrebbe essere chiamato a risarcire questi nuclei per il loro diritto leso.