ANNA GIORGI E NICOLA PALMA
Cronaca

Restauro della caserma Montebello, 50mila euro per aggiudicarsi i lavori

Milano, per la tangente indagato dirigente del ministero Trasporti e altri 7, tra funzionari pubblici e imprenditori

Caserma Montebello

Milano, 20 agosto 2020 - Il meccanismo non ha nulla di nuovo, è il più vecchio del mondo: l’impresa «amica» si aggiudica i lavori e in cambio paga un compenso a chi decide l’assegnazione. Il solito sistema delle tangenti, ancora, anche quando di mezzo c’è la ristrutturazione di una caserma dei carabinieri. Nel caso specifico, la Montebello di Milano. A intascare una mazzetta da 50mila euro il dirigente generale del Ministero dei Trasporti, Francesco Errichiello, all’epoca dell’indagine (siamo all’avviso di chiusura) a capo del Provveditorato lombardo delle opere pubbliche. L’inchiesta della Procura milanese coordinata dai pm Giovanni Polizzi e Paolo Filippini indaga su otto persone accusate a vario titolo di corruzione e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente. Oltre a Errichiello, sono coinvolti il funzionario del Provveditorato alle opere pubbliche per la Lombardia e l’Emilia Romagna, Gianni Gatto; l’ingegner Claudio Marabelli e 5 fra amministratori e dipendenti di imprese private, tra cui l’imprenditore romano Ottaviano Cinque, titolare della società vincitrice Socostramo, già emersa nelle inchieste su Mose ed Expo. L’indagine «Casa Nostra» è iniziata nel 2017, quando, in occasione della domanda di concordato preventivo presentata da Socostramo, alcuni subappaltatori hanno denunciato anomalie nella contabilizzazione dei lavori e ritardi nei pagamenti. I carabinieri hanno quindi accertato «gravi relazioni collusive tra alcuni pubblici funzionari del Provveditorato alle opere pubbliche di Milano e la dirigenza della ditta appaltatrice che hanno condizionato, sin dall’origine, l’affidamento e l’esecuzione dell’appalto». 

Un affare da capogiro, dal valore di 48 milioni di euro. Nel corso delle indagini, chiariscono i militari, è stata scoperta la corruzione di Errichiello (già condannato in un processo milanese e oggi dirigente generale presso il Ministero). I soldi sarebbero stati emessi attraverso una fattura falsa da una ditta compiacente e poi consegnati tramite il progettista esecutivo dell’appalto. Anche lui «aveva partecipato alla formazione della provvista illecita per remunerare il dirigente pubblico che lo aveva segnalato alla Socostramo per il prestigioso incarico di progettazione». Per gli inquirenti il secondo episodio di corruzione riguarda il responsabile unico del procedimento, Gianni Gatto, che nel 2014, in cambio della parziale ristrutturazione di due suoi appartamenti a Garbagnate (per un valore di 6mila euro) non avrebbe vigilato sulla corretta esecuzione del contratto pubblico. Sono emersi, inoltre, accordi illeciti tra pubblici funzionari e professionisti privati per condizionare l’assegnazione di altri incarichi disposti nel 2019 dal Provveditorato alle opere pubbliche.