NICOLA PALMA
Cronaca

Caserma Montello, la coop sospetta esclusa dalla gara

La notizia è stata anticipata mercoledì pomeriggio nel corso di una seduta pubblica in Prefettura

Caserma Montello a Milano

Milano, 9 febbraio 2017 - La notizia non ha ancora i crismi dell’ufficialità, ma è stata anticipata ieri pomeriggio nel corso di una seduta pubblica in Prefettura: il ticket di imprese formato da Tre Fontane cooperativa sociale e Senis Hospes sarà escluso dalla gara per la gestione della caserma Montello. Non si conoscono ancora i motivi della decisione, che verranno spiegati nel provvedimento che Palazzo Diotti notificherà nelle prossime ore alle due ditte: tuttavia, è molto probabile che il «no» della commissione sia legato ad alcune carenze nella documentazione amministrativa inviata in corso Monforte; carenze che pare abbiano portato all’estromissione di altri 3 (su 13 totali) partecipanti al bando per la struttura militare di via Caracciolo.

La presenza della Tre Fontane aveva suscitato sorpresa sin dall’inizio. Il motivo? La coop romana faceva parte del gruppo La Cascina, ritenuto vicino a Comunione e Liberazione e pesantemente coinvolto nell’inchiesta «Mondo di Mezzo», che ha scoperchiato il sistema corruttivo di spartizione degli appalti sull’emergenza profughi ribattezzato Mafia Capitale. Il 22 giugno 2015, il gruppo e le sue controllate furono colpiti da un’interdittiva antimafia sulla base delle accuse contenute nell’ordinanza del gip: in quel documento, il gruppo La Cascina veniva «indicato quale soggetto economico le cui figure apicali risultano partecipi ad accordi di natura corruttiva, commettendo plurimi episodi di corruzione e di turbativa d’asta, dal 2011 al 2014, nell’interesse e a vantaggio delle società del gruppo per ottenere l’aggiudicazione di gare pubbliche». Vista però l’enorme mole di contratti in corso ai tempi e il conseguente rischio di mandare in tilt intere strutture in caso di revoca immediata, la Prefettura di Roma decise di nominare due amministratori per la gestione straordinaria del gruppo «fino alla conclusione degli appalti». Una condizione che di fatto ha consentito alle società del sodalizio – la Tre Fontane in testa – di continuare a partecipare ai bandi per l’accoglienza dei migranti. Compreso quello per la caserma Montello: 3,23 milioni di euro per occuparsi dell’accoglienza di 300 richiedenti asilo dal 1° aprile al 31 dicembre 2017. Adesso lo stop.

In realtà, la Tre Fontane non è l’unica società del gruppo La Cascina ad aver partecipato a un bando della Prefettura di Milano. Sì, perché la Domus Caritatis (anch’essa colpita da interdittiva e poi commissariata) si è presentata in tandem con la solita Senis Hospes (non coinvolta nell’inchiesta pur se legata a doppio filo a quella galassia) per il Cara di via Aquila: 8,66 milioni di euro per assistere 360 richiedenti asilo fino a fine 2017. nicola.palma@ilgiorno.net