Milano – L’accusa, messa nero su bianco dal pm Francesco De Tommasi, è quella di aver messo in atto un “piano precostituito” per aiutare la 39enne Alessia Pifferi, che era a processo per aver lasciato morire di stenti la figlia Diana nel luglio 2022, a far credere al perito nominato dalla Corte d’Assise che era “affetta da un ritardo mentale grave” e almeno “parzialmente incapace di intendere e volere”. Non solo, quindi, una presunta attività di “manipolazione”, anche attraverso un test falsificato, a cui avrebbero preso parte alcune psicologhe nel carcere di San Vittore, ma anche nuove accuse che riguardano il presunto tentativo della difesa di pilotare l’accertamento super partes.
Nell’avviso di conclusione di questa tranche di indagini salgono da 5 a 7 gli indagati iscritti, a vario titolo, per ipotesi di falso e per favoreggiamento. Altre imputazioni vengono formulate a carico dell’avvocata Alessia Pontenani, legale di Pifferi, e soprattutto il nuovo nome che compare è quello dello psichiatra Marco Garbarini. Per l’accusa, l’avvocata e il suo consulente, “oltrepassando i limiti di legge” avrebbero messo in atto un “piano” per evitare che Pifferi venisse condannata all’ergastolo. Cosa che è comunque avvenuta, dopo il riconoscimento nella perizia della piena capacità di intendere e volere. Garbarini, scrive il pm negli atti, le avrebbe dato “indicazioni” per simulare “disturbi psichici”. Agli atti, come si legge nell’avviso di conclusione indagini, ci sono tante intercettazioni e in una di queste, ad esempio, Pifferi diceva che sarebbe stata a conoscenza di quel “piano”.
Nelle carte pure le dichiarazioni di Tiziana Morandi, la cosiddetta “mantide della Brianza” che era in carcere con Pifferi. Ha raccontato al pm che l’avvocata avrebbe detto spesso “alla Pifferi” che “lei doveva fare la scema”. La Procura in questa inchiesta, che aveva sollevato forti proteste degli avvocati per gli accertamenti sulla loro collega, aveva già messo in rilievo l’uso del “test di Wais”. Ora il pm arriva anche a contestare ipotesi di falso sulla consulenza. “La data della notifica dell’avviso di chiusura non appare casuale - ha spiegato Pontenani - dato che il 29 gennaio comincia il processo d’appello”. Per Mirko Mazzali, legale di una delle cinque psicologhe, “finalmente la pubblica accusa disvela il suo intendimento, ergersi a super psicologo”.