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Caso Crosetto, altre tre denunce. L’ipotesi di una banda basata in Italia

Le indagini puntano a individuare le menti del maxi-raggiro, che potrebbero essere basate in Italia e con appoggi all’estero. Una...

Il ministro Guido Crosetto

Il ministro Guido Crosetto

Le indagini puntano a individuare le menti del maxi-raggiro, che potrebbero essere basate in Italia e con appoggi all’estero. Una truffa sofisticata e ben congegnata, spendendo il nome del ministro della Difesa Guido Crosetto per cercare di ottenere denaro da big dell’imprenditoria e dell’industria italiana, anche se i responsabili potrebbero aver commesso alcuni errori. I carabinieri, coordinati dal pm Giovanni Tarzia, si stanno muovendo in due direzioni. Si seguono i flussi di denaro e le tracce telematiche, attraverso rogatorie internazionali avviate dalla Procura e richieste di collaborazione alle banche. Intanto sono arrivate sul tavolo del pm altre tre denunce da parte di facoltose vittime di tentativi di truffa sempre con lo stesso modus operandi, oltre ai casi già noti che hanno coinvolto Massimo Moratti (l’unica persona che, da quanto accertato, ha versato soldi) e altri vip. Hanno subito tentativo di raggiri anche Diego Della Valle, Patrizio Bertelli, Giorgio Armani, le famiglie Del Vecchio, Beretta, Aleotti. Per ora gli indagati sono due: gli olandesi intestatari dei conti su cui Moratti ha versato 980mila euro (recuperati grazie alla tempestività della denuncia e al conseguente intervento), accusati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa aggravata e alla sostituzione di persona. Sono state intanto sentite tutte le persone che hanno parlato direttamente al telefono o con la voce del finto ministro o di un finto generale o di altri che si spacciavano per componenti dello staff. E hanno ricevuto la richiesta di grosse cifre per liberare inesistenti giornalisti rapiti.

Andrea Gianni