ANNA GIORGI
Cronaca

Caso dossieraggi, in Procura anche la senatrice Ronzulli: “Io? Mai chiesto controlli, sono parte lesa”

La vicepresidente del Senato ha voluto essere sentita a Milano nell’ambito della bufera Equalize. “Le intercettazioni? Ricostruzioni fantasiose. Un’iniziativa di Pazzali le indagini su una manager”

La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli in tribunale

La vicepresidente del Senato Licia Ronzulli in tribunale

MILANO – La senatrice di Forza Italia e vicepresidente a Palazzo Madama, Licia Ronzulli, ha chiesto di essere subito sentita in Procura come testimone nell’inchiesta sull’attività di dossieraggi illegali. Una richiesta formalizzata dopo che il suo nome era comparso in un’intercettazione finita nelle carte dell’indagine. La senatrice ha precisato di non aver “mai chiesto a Enrico Pazzali”, titolare della Equalize (la società di investigazioni sospettata di essere il centro dei presunti dossieraggi), autosospeso dalla presidenza di Fondazione Fiera Milano e dimessosi anche dal cda della Bocconi, “alcun controllo”.

Ronzulli ha definito tutta la vicenda “un verminaio inqualificabile e - ha aggiunto - credo bisognerà fare qualcosa dal punto di vista legislativo”. E ancora: “Il fatto che Pazzali, di sua esclusiva iniziativa abbia deciso di commissionare un’indagine su una professionista soltanto perché di mia conoscenza, mi mette nella posizione di parte lesa, oggetto di possibile ricatto. Mi riservo di adire le vie legali”.

Ronzulli è stata quindi sentita dai pm come persona informata sui fatti, cioè come teste, al quarto piano di Palazzo di Giustizia davanti al pm Francesco De Tommasi della Dda guidata da Marcello Viola, presente insieme ad Alessandra Dolci. In un’intercettazione del 19 luglio 2022 Pazzali al telefono con Carmine Gallo, l’ex super poliziotto ai domiciliari, avrebbe detto che Ronzulli aveva “richiesto informazioni su Simona Gelpi, una manager”. “Mi arriva - così il testo dell’intercettazione -, mi arriva dalla Ronzulli, mi fa un po’ paura”. Ricostruzione totalmente smentita dalla senatrice.

Riferendosi a Gelpi, Pazzali poi affermava: “No però mi sembrava che... non vorrei che fosse da giovane una delle letterine, quelle robe lì”. E Gallo, spiegano gli inquirenti, lo tranquillizzava riferendogli di avere un dossier sulle cosiddette “olgettine” e che la Gelpi non sarebbe stata “di quello staff lì: (...) si è sempre occupata di comunicazione”.

“Le ricostruzioni fantasiose - ha detto Ronzulli all’uscita dall’ufficio di Viola - sono false, in primis perché ciò presupporrebbe che io fossi stata a conoscenza che Pazzali avesse un’agenzia investigativa, quando invece ho scoperto tutto dai media, in secondo luogo perché non avrei avuto alcun motivo di chiedere informazioni su una professionista che stimo e conosco da tantissimi anni. Se sono stati chiesti dei controlli su di lei sono stati fatti in totale autonomia da qualcun altro, non so con quale obiettivo, non escludo magari per qualcosa che potesse screditarla in quanto in predicato di entrare nel cda di Fiera”.