MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

Castello, il Museo egizio riaprirà nel 2022

Pronto il progetto di riallestimento da un milione di euro. La responsabile Provenzali: "Spazi uguali ma esporremo molte più opere"

di Massimiliano Mingoia

Il progetto definitivo del “nuovo’’ Museo egizio – o meglio, della Sezione egizia del Museo Archeologico – al Castello Sforzesco è pronto. Il riallestimento della Sala Viscontea è stato pensato dall’architetto Markus Scherer, l’illuminazione dall’ingegner Pietro Palladino, che in passato si è occupato delle luci del Duomo. La base d’asta fissata dal Comune per realizzare il progetto sfiora il milione di euro (726.607 euro per i nuovi arredi, 232.999 euro per la nuova illuminazione).

I tempi di riapertura del “nuovo’’ Museo egizio quali saranno? Anna Provenzali, conservatore responsabile del Civico Museo Archeologico, spiega: "La Sala Viscontea l’anno prossimo ospiterà la mostra in collaborazione con il Louvre sul Corpo e l’Anima. Pensavamo che sarebbe il caso di far corrispondere la riapertura del Museo egizio al Castello a un’importante celebrazione: i 200 anni dalla decifrazione dei geroglifici da parte di Jean François Champollion nel 1822. Dunque riapertura nel 2022. Sappiamo che è un peccato tener chiuso il Museo, che è sempre stato visitato da moltissime scolaresche e non solo, ma cercheremo di tenere aperta la mostra “Sotto il cielo di Nut. Egitto Divino’’ al Civico Museo Archeologico di corso Magenta 15, che dovrebbe concludersi a dicembre ma che proveremo a prolungare". La Provenzali, poi, torna a parlare del “nuovo’’ Museo egizio al Castello: "Il progetto riguarda lo stesso spazio, cioè la Sala Viscontea del Castello, ma cambieranno totalmente la modalità espositiva, il percorso e la quantità di reperti esposti. Non solo. Il Museo sarà finalmente e pienamente accessibile anche ai disabili".

La differenza tra “prima’’ e ’’dopo’’ salterà subito agli occhi: "La precedente esposizione non era più idonea alla conservazione dei reperti, c’erano ancora vetrine degli anni Settanta e la moquette. L’obiettivo principale del restyling, però, è ampliare il numero di reperti visibili dal pubblico". Quali, in particolare? "Quello che mancava alla vecchia esposizione era la parte relativa al periodo più tardo della storia egizia, quello greco-romano, successivo all’epoca faraonica. Su questo periodo abbiamo materiali molto importanti da scavo, non da collezioni. Scavi condotti da Achille Vogliano dell’Università Statale di Milano tra gli anni ’30 e primi anni ’40 del Novecento. Si tratta di materiali mai esposti nel Museo al Castello, a cui però fu dedicata una mostra qualche anno fa: “Milano in Egitto. Gli scavi di Achille Vogliano nel Fayum’’ all’Archeologico di corso Magenta. Nel Museo del Castello saranno esposte in più anche le opere dell’epoca preistorica e le nuove acquisizioni. Ad esempio, nel 2013, un milanese, il signor Ruffini, ha donato una bellissima statuetta di bronzo dorato del dio Osiride, un capolavoro che attualmente è esposto proprio nella mostra “Sotto il cielo di Nut. Egitto Divino’’".

La Provenzali, subito dopo, descrive nei dettagli il nuovo allestimento firmato da Scherer e Palladino: "Le nuove teche pensate da Scherer sono realizzate con una pietra particolare dal colore molto chiaro, che richiama il calcare dell’Egitto. Una pietra che consente di apprezzare molto meglio le opere esposte. Le teche sono imponenti e hanno un’illuminazione dettagliata. I costi sono rilevanti, è vero, ma saranno in buona parte sostenuti dalla Fondazione Cariplo, lo sponsor per tantissimi lavori di valorizzazione del Castello Sforzesco".

Un’ultima domanda sorge spontanea: una volta completato il restyling, il Museo milanese potrà essere paragonato al Museo egizio di Torino, il più importante al mondo dopo quello del Cairo? La Provenzali è netta: "No, quello al Castello non è paragonabile al Museo Egizio di Torino. A Milano ci sono circa 5 mila opere, ma ci sono degli autentici capolavori".