Milano, 14 gennaio 2025 – Una nuova scoperta al Castello Sforzesco di Milano: nell'ambito di una tesi di dottorato di ricerca che si è avvalsa di tecnologie georadar per analizzare il terreno, ricercatori del Politecnico hanno individuato numerosi passaggi sotterranei sotto il Castello Sforzesco, in corrispondenza di quella che era la Ghirlanda. La ricerca si è svolta in collaborazione con il Castello Sforzesco e con il supporto tecnico di Codevintec.
“Alcuni passaggi sotterranei potrebbero essere legati a segreti di natura militare, descritti anche in disegni di Leonardo da Vinci. - spiegano i ricercatori - Secondo le fonti storiche, Ludovico il Moro avrebbe fatto costruire ad esempio un collegamento sotterraneo per poter raggiungere la sua amata moglie Beatrice d'Este, sepolta nella Basilica di Santa Maria delle Grazie. Questo passaggio, immortalato nei disegni di Leonardo, è da tempo oggetto di leggende e speculazioni. Ora, grazie alla tecnologia, sembra che la sua esistenza possa essere confermata. Ma di camminamenti segreti ne esistono numerosi”.
L’indagine ha utilizzato tecnologie avanzate, tra cui georadar e laser scanner, per mappare e documentare con precisione il sottosuolo del Castello e le sue strutture sotterranee. Questi strumenti hanno permesso di rivelare cavità e camminamenti interrati a pochi decimetri di profondità.
“L’obiettivo è creare un digital twin del Castello Sforzesco, un modello digitale che non solo rappresenta l’aspetto attuale del Castello ma che consente anche di esplorare il passato, recuperando elementi storici che non sono più visibili”, ha affermato Franco Guzzetti, docente di Geomatica al Politecnico di Milano.
Oltre alla documentazione storica, i dati raccolti con l’integrazione di tecnologie di realtà aumentata possono portare a sviluppare progetti di esperienza immersiva che combina storia e innovazione. “Il georadar ha arricchito il modello 3D con dati su spazi noti ma inaccessibili, portando alla luce camminamenti sconosciuti e spunti per ulteriori studi sui passaggi segreti”, ha aggiunto Francesca Biolo, ricercatrice del Dipartimento ABC del Politecnico.