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Cathy La Torre investita in bici a Milano: “È il quinto incidente in un anno. Questa è la città peggiore per i ciclisti”

L’avvocata e attivista LGBT+ ha raccontato l’accaduto e criticato l’amministrazione comunale: “Avere 330 chilometri di piste ciclabili non è sufficiente se queste piste non sono sicure”

L’avvocata e attivista Cathy La Torre

L’avvocata e attivista Cathy La Torre

Milano – “Vivo a Milano da meno di un anno e questo è il quinto incidente in bicicletta che ho fatto”. A raccontare di essere stata investita da un’auto mentre portava una bici a mani è Cathy La Torre, avvocata e attivista LGBT+ seguita su Instagram da oltre un milione di persone. Ed è proprio con un video che ha raccontato tutto: “Passavo col verde portando la bici a mano come prevede il codice della strada e mi hanno messa sotto, mi hanno investita sulle strisce pedonali. Ho sbattuto il gomito, il ginocchio, devo andare in pronto soccorso per la centomilionesima volta a farmi visitare perché ovviamente mi sono fatta male”. La Tosse spiega di essere stata soccorsa da terra (e ha ringraziato chi l’ha aiutata e chi le ha scritto messaggi di interessamento).

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L’attivista attacca poi l’amministrazione comunale: “Ma la persona che mi ha investito aveva la svolta a destra verde: voi mi dovete spiegare, sindaco Sala e assessore alla mobilità (Arianna Censi, ndr), che contemporaneamente ci sia la svolta a destra per un auto e verde nelle strisce pedonali. Quella mi ha investito e non c’aveva manco torto secondo il codice della strada. Ma vi rendete conto?”. Nella didascalia del video denuncia “Milano la peggiore città per noi ciclisti urbani (insieme a Roma)”.

Cosa dice il codice della strada

Una precisazione: per il codice della strada italiano la situazione citata dall’attivista è perfettamente legale. È previsto infatti che un’auto abbia il semaforo verde per svoltare a destra mentre il semaforo pedonale è verde per chi attraversa la strada nella direzione della svolta. Tuttavia, specifica l’articolo 41, “i conducenti devono dare la precedenza ai pedoni che attraversano sulle strisce e ai veicoli che hanno già iniziato l’attraversamento”. E più in generale (articolo 191) “i conducenti devono fermarsi quando i pedoni sono sulle strisce pedonali, oppure quando si accingono ad attraversare e vi sia per essi il segnale verde”. 

Quindi se l’auto ha il verde e vuole svoltare a destra, e un pedone ha il verde per attraversare quella strada, il conducente può svoltare, ma deve dare la precedenza al pedone. Se non lo fa incorre in una sanzione amministrativa (multa), nella perdita di punti sulla patente e ha responsabilità penale in caso di incidente. Nell’ambito della mobilità urbana, in sintesi, questa situazione è legale, ma è sicura solo se gli automobilisti sono abituati a dare la precedenza.

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“Piste ciclabili non sicure”

Dopo il video, La Torre ha pubblicato anche una storia: “Mi permetto una considerazione: Milano è una città che per i suoi livelli di inquinamento deve darsi la assoluta priorità di aumentare il trasporto pubblico e migliorare la mobilità ciclabile. Avere 330 chilometri di piste ciclabili non è sufficiente se queste piste non sono “sicure”. Chi va in bici lo fa per molti motivi, il mio è quello di cercare di impattare meno usando un mezzo non inquinante”.

“Eppure – ha aggiunto – mi sento ripetere ogni giorno che ‘sono una pazza a voler girare a Milano in bici’ e che ‘Milano non è fatta per andarci in bici’. Le due cose potrebbero pure essere vere ma io continuerò ad andare in bici e come ciclista urbana mi unirò a salvaiciclisti Milano sostenendo, come facevo a Bologna, il movimento di chi desidera andare in bici, rispettando le regole, ma restando incolume”.