Milano, 13 febbraio 2016 - “Questa è la storia/di uno di noi/anche lui nato per caso in via Gluck…” Risorgono le parole de II ragazzo della via Gluck, storica canzone di Adriano Celentano, cantata da centinaia di fan riuniti sotto il civico numero 14 della strada che ne ha dato i natali. E “Là dove c'era l'erba ora c'è una città” che ha deciso di ricordare quei versi così belli e rivoluzionari, che proprio oggi compiono mezzo secolo, con una grande festa e al ritmo di chitarre e tanta allegria. Un’idea nata dall’associazione Amici della Martesana, che non è solo voglia di revival: “Il nostro obiettivo - spiega Pippo Amato, uno degli organizzatori - è quello di esaltare anzitutto il messaggio di quel testo, che già cinquant’anni fa si scagliava contro la cementificazione. Anche per questo stiamo organizzando una raccolta firme per chiedere di salvare e riqualificare via Gluck, inserendola tra i beni ambientali da preservare”.
Per alcune ore la strada si è trasformata in un grande festival in onore di uno dei più grandi artisti della scena musicale italiana. Adulti e ragazzi, uniti da una grande passione, hanno ripercorso anni in bianco e nero e a colori regalandosi un momento di gioia e riflessione. “È un giorno splendido - sottolinea Claudio Pizzolla, 43 anni - e specialmente per chi, come me, fa l’operaio”. Un gruppo di imitatori e interpreti di Celentano improvvisa un corteo festante lungo la via, fino a raggiungere lo Spazio del Museo Cinematografico, dove sono stati ripercorsi alcuni dei momenti più esaltanti della carriera del Molleggiato sulle note del pianoforte, alternando alcuni dei balli più celebri a esilaranti imitazioni. “Che giornata - esclama Vincenzo d’Asaro, interprete appassionato del famoso cantautore - è meraviglioso ritrovarsi qui 50 anni dopo per ribadire che le parole di Adriano sono ancora attuali”. Tra una canzone e l’altra è grande la voglia di ammirare il balcone del primo piano del civico 14. Perché l’erba è scomparsa, ma la casa di via Gluck c’è ancora.
di GIUSEPPE DI MATTEO