Mentre ancora i sindacati sono sul piede di guerra su Palazzo Citterio, la cui apertura è a rischio per uno sciopero indetto e confermato, ancora ieri, per il 7 dicembre, dal Ministero della Cultura arriva la notizia dell’assegnazione del Cenacolo vinciano alla Pinacoteca di Brera, sotto la direzione di Angelo Crespi.
Una decisione frutto della riforma ministeriale che porta a compimento un progetto di riorganizzazione (parte da lontano, nel 2019 con l’ex ministro Bonisoli, progetto poi bloccato da Franceschini nel governo Contebis che ritirò i decreti) e funzionamento dei musei statali, una nuova articolazione territoriale. Un bel colpo per Milano, il Cenacolo è la gallina dalle uova d’oro, meno per la Direzione regonale musei Lombardia che avrà vita più difficile, ma potrà pur sempre contare sui musei a trazione sirmionese (il Cenacolo era l’unico milanese fra i 12 regionali). "Sono molto felice di questa assegnazione - dice Angelo Crespi, direttore generale della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense - che innanzitutto deve essere un’assunzione di responsabilità nei confronti di un sito patrimonio dell’umanità sotto l’egida dell’Unesco e di un’opera, come “L’ultima cena”, tra le più importanti del mondo e conosciute della storia dell’arte. La riunione di Cenacolo e Brera, - già presente nella mente e nell’animo di Giuseppe Bossi, primo direttore generale della Pinacoteca, e poi sancita una prima volta con Decreto reale del luglio 1882 quando la Pinacoteca di Brera venne disgiunta
dall’Accademia di Belle Arti per formare un ufficio autonomo,
sotto la cui giurisdizione vengono collocati il Cenacolo di
Leonardo da Vinci e l’Arco della Pace - permette la costituzione di un grande Polo museale statale a Milano al pari, per esempio, delle Gallerie degli Uffizi o della Galleria dell’Accademia di Firenze". Idea che però aveva suscitato, già nel 2019, diverse obiezioni da parte di Emanuela Daffra, ex direttrice della Direzione regionale musei della Lombardia, poichè l’accorpamento fra Cenacolo e Brera "poteva aver un senso storico profondo" ma "avrebbe creato non pochi problemi" per la gestione di tutto il comparto, ricorda oggi. Soprattutto per una carenza di personale.
"Nella mia prospettiva della Grande Brera i cui contorni ho già delineato ed espresso in questo primo anno di mandato - aggiunge Crespi - e in considerazione di una rinnovata alleanza tra Pinacoteca e Accademia per la valorizzazione e la tutela del complesso storico di Brera, riportare il Cenacolo nel suo alveo storico, non può che aumentare la forza di un progetto che avrà importanti riflessi positivi sia sul sistemamuseale lombardo sia su quello nazionale".
Di sicuro rimpinguerà le casse di Brera. "Un passo storico e significativo per il patrimonio culturale lombardo e, più in generale, italiano", è stato il commento dell’assessore regionale lombardo alla Cultura, Francesca Caruso.