
La sede di via Monte Rosa 89
Milano, 7 novembre 2016 - Al secondo piano di un palazzone di via Monte Rosa 75 operatori, alternandosi in turni da sei ore e mezza, gestiscono, 24 ore su 24, il funzionamento di tre linee della metropolitana milanese: la rossa, la verde, la gialla. Lavorano nella nuova e quasi inaccessibile control room, inaugurata da Atm a novembre 2013 e che, per 11,5 milioni di euro, ha sostituito le tre sale - una per linea - che prima funzionavano in modo distinto. Il vantaggio più evidente, oltre ai computer all’avanguardia e ai grandi monitor, è la facilità di comunicazione: nell’open space gli operatori che si occupano delle diverse linee lavorano fianco a fianco, senza barriere, e questo permette una più veloce risoluzione dei problemi in una logica che tiene conto dell’intera rete e non più solo della singola linea.
Se ci si addentra tra le 25 postazioni di cui è dotata la sala operativa, saltano subito all’occhio gli schermi che restituiscono le immagini criptate delle 4.900 telecamere posizionate nei mezzanini e sulle banchine grazie alle quali gli operatori possono tenere sotto controllo i flussi dei passeggeri e le eventuali anomalie. Un grande monitor al centro della postazione riproduce lo schema delle stazioni di ogni linea e rivela la posizione esatta di ogni treno, indicato con un quadratino associato a un numero che si sposta sul percorso. Sulla linea 1 è attivo dal 2011 il sistema di segnalamento che garantisce una distanza di sicurezza tra un treno e l’altro, garantendo frequenze molto ravvicinate. Chi si è sempre chiesto perché a Sant’Agostino si debba aspettare un treno per più tempo che a Cordusio, può finalmente avere una risposta: l’assenza di questo costoso sistema automatizzato sulle altre linee, fa si che aumentare la frequenza comporti dei rischi per la sicurezza che per Atm rappresenta una priorità.
Lo dimostra il fatto che ogni postazione sia dotata di un pulsante di emergenza che toglie l’alimentazione al metrò ed è tenuto chiuso a chiave sotto una teca di vetro. L’unico a poterne autorizzare l’attivazione è il coordinatore di linea in turno. Dalla control room viene anche gestita l’informazione ai passeggeri: dalla postazione infomobilità partono le comunicazioni che vengono diffuse contemporaneamente in tutte le stazioni. E il lavoro dei tecnici non termina con l’ultima corsa di mezzanotte e mezza. Quando le stazioni chiudono comincia, infatti, il lavoro di manutenzione che impegna gli addetti fino a un quarto d’ora prima della nuova apertura. La tecnologia avanzata è anche la componente fondamentale della sala operativa che coordina i mezzi di superficie. Si trova nello stesso edificio e, durante il nostro giro, ha dovuto affrontare una piccola crisi dovuta a una manifestazione in città.
In questi casi la parola d’ordine è coordinamento. Tutti i conducenti dei mezzi sono in contatto con la sala operativa che li guida e comunica eventuali cambi di percorso. In caso di pericolo tutti i mezzi sono dotati di un pedale nascosto che, se schiacciato, attiva il cosiddetto “ascolto silente”: un microfono o, sui mezzi nuovi, una telecamera trasmetterà alla centrale operativa audio o video di quanto succede a bordo senza che nessuno se ne possa a accorgere. Infine, via Monte Rosa ospita in un luogo segreto anche Joshua, il cervellone che si occupa di Area C, dal controllo ai varchi alla gestione dei pagamenti. Joshua gestisce 70mila accessi al giorno con un livello di complessità altissimo, motivo per il quale gli è stato assegnato un soprannome che richiama la password di accesso alla back door del calcolatore protagonista del film War games.