La fase più critica dell’emergenza sembra superata, ma il sistema informatico da quasi un mese continua a funzionare a singhiozzo. Poi c’è il problema delle pratiche arretrate, accumulate negli uffici, che dovranno essere smaltite dal personale. Un malfunzionamento del sistema informatico ha mandato in tilt per giorni i 64 centri per l’impiego in Lombardia che forniscono servizi a disoccupati, occupati, imprese e datori di lavoro, offrendo servizi progettati per facilitare l’inserimento lavorativo e favorire l’incontro tra domanda e offerta. Il motivo è la migrazione, programmata dalla Regione Lombardia, del sistema informatico integrato per l’accesso ai servizi delle politiche del lavoro (Siul) verso ambienti cloud, che dal 4 luglio ha provocato un blocco con ripercussioni anche nelle settimane successive. La situazione è migliorata, ma non è ancora risolta.
"Sono rimaste bloccate soprattutto le pratiche relative ai patti di servizio e agli assessment", spiega Maurizio Del Conte, presidente di Afol Met, a capo dei centri per l’impiego nella Città metropolitana. "Nonostante l’emergenza sia rientrata – prosegue – ci arrivano ancora segnalazioni di blocchi diurni e applicazioni che funzionano a singhiozzo". Un problema non da poco, anche perché aumenta la mole di pratiche arretrate che dovranno essere smaltite ad agosto, quando il sistema dovrebbe tornare alla normalità.
Un problema denunciato dalla Fp Cgil Lombardia, che chiede alla Regione un "confronto largo" anche su "tanti temi delle politiche attive del lavoro per porre rimedio alle tante disomogeneità del settore", dopo che negli anni scorsi i centri per l’impiego sono finiti al centro di imponenti investimenti nazionali legati alla partita del reddito di cittadinanza. "Se la Regione crede in questo servizio lo deve salvaguardare – spiega Antonio Lenzi, coordinatore Cpi per la Fp Cgil Lombardia e dipendente del centro per l’impiego di Gallarate –. Se la manutenzione necessitava di maggior tempo meglio avvisare che il sistema è in aggiornamento piuttosto che vivere alla giornata senza alcun tipo di programmazione. Regione dovrebbe prevedere delle procedure da attivare in casi di emergenza".
Secondo il segretario regionale della categoria, Dino Pusceddu, "dalla Regione non arrivano risposte ma continui disservizi che si scaricano sul personale e infine sull’utenza". Un problema finito al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere regionale del Pd Matteo Piloni, che chiede alla Giunta "di sapere quali azioni intenda intraprendere per risolvere la situazione e con quali tempistiche, al fine di programmare gli interventi volti a mappare le diverse criticità, anche con un confronto sistematico con le rappresentanze dei lavoratori".