REDAZIONE MILANO

Cercasi avvocato per cedere l’area. Il compenso previsto: 116mila euro. Sala insiste: operazione entro luglio

La Giunta vuole un legale esperto in diritto commerciale e contratti pubblici .

Un’immagine che mostra le rampe del secondo anello escluse dalla demolizione

Un’immagine che mostra le rampe del secondo anello escluse dalla demolizione

Cercasi avvocato per vendere San Siro. Il Comune ha appena lanciato un avviso di selezione per "individuare un professionista cui attribuire un incarico di consulenza legale e assistenza nell’ambito delle attività conseguenti alla presentazione della proposta di acquisto del compendio immobiliare ambito Gfu San Siro comprensivo dello stadio Meazza". Sì, parliamo proprio della procedura in atto tra Comune, proprietario di impianto e terreno, e Milan e Inter, le due società interessate all’acquisto dell’area per realizzare un nuovo stadio e demolire in buona parte e rifunzionalizzare la Scala del calcio.

Insomma, Palazzo Marino vuole assoldare – il compenso proposto è di 116 mila euro fino al prossimo 31 dicembre – un esperto di diritto civile e commerciale societario, ma che ne capisca anche di diritto amministrativo e di contratti pubblici e persino di diritto internazionale per valutare nel miglior modo possibile l’offerta di acquisto di Milan e Inter dell’attuale stadio e dell’area limitrofa, che l’Agenzia delle Entrate ha valutato in 197 milioni di euro: 72.983.260 euro per il Meazza e 124.005.204 euro per le aree di Grande funzione urbana (Gfu) San Siro. Le cifre appena citate sono le stesse contenute anche nell’avviso pubblico pubblicato lunedì sera dal Comune, un bando che ha l’obiettivo di raccogliere le manifestazioni di interesse relative alla Gfu San Siro. Una procedura pubblica per capire se, oltre alle due società calcistiche milanesi, ci siano altri soggetti privati che vogliano entrare in possesso dell’area in cui c’è anche la Scala del calcio. Per presentare le offerte – indica l’avviso pubblico – c’è tempo fino al prossimo 30 aprile.

Il sindaco Giuseppe Sala, intanto, a margine di un appuntamento al Policlinico, ribadisce l’obiettivo temporale di Palazzo Marino: "Riuscire a fare la cessione entro le vacanze". Per la precisione, come specificato dalla stessa amministrazione comunale, la previsione dell’impegno a stipulare l’atto di acquisto è fissata "entro il prossimo 31 luglio". Ma il testo del bando non convince Luigi Corbani, il portavoce del Comitato Sì Meazza, il cui esposto alla Procura ha provocato l’apertura del fascicolo sul caso San Siro, pur con un modello 45, destinato all’iscrizione degli atti non costituenti notizia di reato. "Le due società americane (Redbird per il Milan e Oaktree per l’Inter, ndr) che vogliono il regalo delle aree di San Siro, con annesso stadio Meazza e possibilmente scaricare i costi sui milanesi – attacca Corbani –. In maniera furbesca nel bando si dice: "L’amministrazione valuterà, tra l’altro, in sede di negoziazione se ed in quale misura tener eventualmente conto degli eventuali costi per rimozione di manufatti e bonifiche ambientali".

Non solo. "Si consideri che nel Docfap è scritto che, dal preventivo dei loro costi, “sono esclusi i costi di bonifica, di decostruzione dello stadio, le spese di acquisto delle aree, i soft cost, gli oneri di urbanizzazione e il contributo sul costo di costruzione, compensazioni per la neutralità carbonica, imprevisti, l’inflazione e l’Iva”. E ci dite poco?", chiosa Corbani.

M.Min.