BARBARA CALDEROLA
Cronaca

Cernusco dà l’ultimo saluto a Ermanno Zacchetti: “Si è tuffato nella vita per il bene del proprio paese”

Una folla immensa in lacrime, in molti hanno seguito i funerali dal maxischermo. I fiori, il picchetto d’onore, la sua foto appesa alle vetrine: un abbraccio corale

Il vescovo Luca Raimondi benedice la bara di Ermanno Zacchetti

Il vescovo Luca Raimondi benedice la bara di Ermanno Zacchetti

Cernusco sul Naviglio (Milano) – Rose blu, girasoli e gerbere arancioni, una cascata di colori ha accompagnato il sindaco nell’ultimo viaggio. Oggi a Cernusco, una folla immensa in lacrime, ha salutato Ermanno Zacchetti. La sua foto appesa alle vetrine, un abbraccio corale per lui, la moglie Anna, il figlio Matteo, mamma Luigia, gli amici, i colleghi. Sulla bara, un’immagine in bianco e nero, sorriso smagliante e occhiali appoggiati sul tavolo, per i tanti che gli hanno voluto bene e non riescono a credere a quel che è successo, un’istantanea indelebile già scolpita nel cuore e nella memoria.

funerali di Ermanno Zacchetti: lascia la moglie Anna, il figlio Matteo e mamma Luigia
funerali di Ermanno Zacchetti: lascia la moglie Anna, il figlio Matteo e mamma Luigia

In Santa Maria Assunta non sono riusciti a entrare tutti, per chi è rimasto fuori c’era il maxischermo. Per l’intera cerimonia il feretro è stato in mezzo al picchetto d’onore con gli agenti municipali in alta uniforme, una scorta che nessuno avrebbe mai voluto vedere. Dal pulpito, l’amico di sempre, il vescovo Luca Raimondi, anche lui cernuschese, ha scosso tutti con il ricordo "dell’uomo, dello sposo, del padre, del sindaco".

"Ci siamo conosciuti nell’estate del 1985, Ermanno aveva 13 anni, io ero un seminarista - ha raccontato durante l’omelia -. Se penso ai giovani che mi bagnavano il naso, più puri, più pazienti, migliori di me, il primo che mi viene in mente è lui: Ermanno. La radice del suo impegno sociale e politico è nella fede ed è stato così fino alla fine". Parole nelle quali tutti hanno riconosciuto il primo cittadino scomparso giovedì, dopo una lotta impari contro la malattia, un cancro alla lingua, che lui stesso aveva annunciato di avere. Zacchetti preferiva fare chiarezza, non voleva illazioni: a novembre ruppe gli indugi e mostrò a tutti la sua fragilità: "Devo curarmi, sarò assente per qualche settimana", annunciò.

Una promessa mantenuta, era tornato alla guida della sua Cernusco prima di Natale. Anzi, per la prima uscita pubblica aveva scelto di accendere l’albero in piazza, un rito di gioia e di speranza. "I cristiani non si chiudono in sagrestia, ma si tuffano nella vita per il bene del proprio paese come ha fatto Ermanno. I politici onesti ci sono - ha concluso monsignore - mi ha fatto immenso piacere che i colleghi sindaci lo abbiano ricordato come un galantuomo". Se ne è andato così, fra gli applausi di centinaia di persone che non lo dimenticheranno.