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Milano - Per rendere credibile la pagina, i truffatori pubblicavano anche tweet su argomenti di economia e lavoro: "Circa sei milioni di persone hanno un reddito annuo lordo inferiore ai 12mila euro. Ci sono sei milioni di persone che guadagnano meno di mille euro al mese in Italia". Un clone quasi perfetto, con foto e immagini rubate dalla rete, del profilo Twitter del segretario generale della Cgil di Milano Massimo Bonini, per creare una trappola inviando messaggi a nome del dirigente sindacale che invitano ad aderire a una chat WhatsApp di amici e colleghi. "Trovate un link in quel messaggio che se cliccate avvierà una procedura di accesso al vostro WhatsApp", spiega Bonini in un post pubblicato sui social per invitare i suoi contatti a prestare attenzione.
«A quel punto dal vostro whatsapp (a vostro nome quindi) partiranno messaggi ai vostri contatti in cui scrivete che siete in difficoltà e avete bisogno di soldi. Chi ci casca fornisce i dati della propria carta di credito". Bonini, intanto, ha sporto denuncia e ha segnalato l’episodio a Twitter, chiedendo di bloccare il profilo. Quasi impossibile distinguere l’originale dal “fake“. Cambia il nome account – nel clone è “MassimoBonini7“ - e la data d’iscrizione. Il falso profilo risulta infatti aperto a gennaio di quest’anno, mentre quello vero esiste da gennaio 2013. "Mi raccomando non fate confusione – è l’appello di Bonini ai suoi contatti –. Se potete vi chiedo di contribuire bloccando il clone".
La trappola scatta con un sms inviato all’apparenza dalla banca, con la richiesta di cliccare su un link e digitare nome, cognome e codice cliente. Una volta agganciata la preda, dopo poche ore arriva una telefonata da un numero identico a quello del call center dell’istituto di credito e, con la scusa di bloccare operazioni sospette, i truffatori riescono a violare il conto online e farsi accreditare somme di denaro.La dinamica, come emerge dalle denunce che si sono accumulate negli ultimi mesi, è quasi sempre la stessa. "Sul mio telefono cellulare ricevevo un messaggio nel quale la presunta sicurezza della banca mi inviava un link per confermare la mia identità a seguito di accessi insoliti", ha fatto mettere a verbale un truffato. L’uomo ha fornito nome, cognome e codice cliente e, il giorno dopo, ha ricevuto una telefonata da uno sconosciuto.
"Un uomo presumibilmente dell’Est Europa, si è presentato come un operatore della banca – ha raccontato – e mi ha riferito che avremmo dovuto bloccare una operazione fraudolenta. Allarmato dalla cosa ho chiesto all’operatore, per mia sicurezza, di contattarmi da un numero verde così da poter essere sicuro di parlare con un vero dipendente". Chiamata che, poco dopo è arrivata, da un numero identico a quello del call center della banca, clonato con un programma. Così il truffatore è riuscito a fugare i sospetti, trovando campo libero. Quando la vittima si accorge della truffa il denaro è già sparito, il conto ripulito attraverso bonifici sfruttando codici forniti incautamente dal titolare. E inizia l’odissea per ottenere il rimborso.
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