Milano – La Forza del destino, nella versione che Verdi scrisse espressamente per il Piermarini nel 1869, ritorna dopo 25 anni al Teatro alla Scala e sarà l’apertura della nuova stagione, protagonisti Anna Netrebko e Jonas Kauffmann, sul podio Riccardo Chailly, al suo forse ultimo 7 dicembre come direttore artistico e musicale del Teatro. Durante le celebrazioni verdiane Valery Gergiev diresse la versione che il genio di Busseto compose per San Pietroburgo. Il Maestro racconta: “È un’opera di grande complessità, ho spesso diretto diversi brani separati ma mai l’intero capolavoro alla Scala”. E Continua sottolineando che ci sono ben sette punti straordinari della Forza del destino fra cui la Sinfonia (Ouverture) che Giuseppe Verdi scrisse espressamente per Milano, La Ronda, l’introduzione alla scena di Alvaro nel terzo atto e la celebre la Vergine degli Angeli. “Inoltre sostituisce il finale, spostando fuori dalla scena i due ferimenti e sostituendo il suicidio di don Alvaro con la sua rassegnazione cristiana davanti alla tragedia. Questo nuovo finale è bellissimo, possiede una delicatezza nell’orchestrazione che anticipa il finale di Aida”.
La Forza del destino è un melodramma in quattro atti su libretto di Francesco Maria Piave (riadattato da Ghislanzoni nella versione milanese) tratto dal testo di Angel de Saavedra, duca di Rivas. La prima esecuzione avvenne il 10 novembre 1862 al Teatro Imperiale di San Pietroburgo, venne poi ripresa il 7 febbraio con il titolo “Don Alvaro” all’Apollonio di Roma e il 27 febbraio 1869 alla Scala. “È l’opera di riconciliazione fra la Scala, il pubblico di Milano e Giuseppe Verdi che si era allontanato bruscamente dalla città e dal suo Teatro dopo la pessima produzione di “Giovanna d’Arco nel 1845”, spiega Riccardo Chailly.
La storia, fatta di grandi azioni e colpi di scena, si svolge durante il Settecento fra la Spagna e l’Italia e fra il primo e il secondo atto trascorrono diciotto mesi. La protagonista Donna Leonora, soprano, figlia del marchese di Calatrava, è innamorata di don Alvaro, tenore, un uomo sensibile e audace ma meticcio, quindi borderline per il mondo della corte. Una storia d’amore forte e autentica che spinge i giovani a progettare una fuga verso Siviglia; ma Leonora vuole bene al padre ed è piena di dubbi. Il fato non è dalla sua parte. All’arrivo di Alvaro cerca di partire ma viene sorpresa dal padre, basso, che fa arrestare il giovane e rinnega la figlia; Alvaro, per salvare la fidanzata, assume su di sé tutte le responsabilità e getta a terra la pistola.
Proprio dallo strumento infernale partirà un colpo che uccide l’anziano genitore e i due amanti saranno costretti a separarsi per sempre. Don Carlo, baritono, fratello di Leonora, è alla ricerca dei fuggitivi per vendicare il padre ma Leonora si rifugia al Monastero della Vergine degli Angeli decisa a lasciare la vita mondana; vestita da uomo, rivelerà al padre guardiano la sua vera identità e il religioso la prenderà sotto la sua protezione. Intanto in Italia don Alvaro è diventato capitano dei granatieri spagnoli, nel suo ruolo salverà un giovane soldato senza sapere che è Carlo, ma il destino è in agguato e dopo pochi giorni toccherà Alvaro essere ferito in battaglia, costringendo Carlo a guardare fra le sue carte, portandolo a scoprire il legame che ha con la sorella. Un finale forte che si svolge all’interno del monastero, un finale che diventa inesorabile come in una tragedia greca e, nello steso tempo, si avverte l’animo di unione, lotta e libertà che anima il compositore. “La Forza del destino si svolge in una varietà di ambientazioni, a grandi distanze geografiche e a grandi distanze dei tempi”, conclude il Maestro. “Occorre dominare tutto questo e per un direttore d’orchestra non è così facile”.