
di Barbara Calderola
L’uva di Vaprio è sulle tavole di tutto il mondo. Pochi sanno però che i grappoli più famosi - varietà Italia - sono nati proprio nel borgo all’inizio del Novecento. Merito di Luigi e Alberto Pirovano, padre e figlio, i giardinieri del principe Falcò che qui aveva una villa, poi acquistata dai lavoranti nel frattempo diventati famosi grazie ai loro studi.
Entrambi curiosi, eclettici, autodidatti, Alberto è considerato il padre dell’agronomia italiana e una folgorante carriera lo catapulterà dalla perla dell’Adda a Roma, alla testa dell’Istituto di Frutticultura.
Una kermesse di due giorni, la “Festa della Delizia“, dal nome del loro innesto più antico, sabato e domenica ne celebra le gesta. Nel giardino dell’ex casa parrocchiale (via Chiesa 8) ci saranno laboratori per bambini, il gioco a premi “Occhio ai tappi“, mercatini alla scoperta dei gioielli di casa.
Cuore delle celebrazioni, la mostra con libri antichi e documenti dei due vapriesi messi a disposizione da Carlo Orlandi che ha acquistato la vigna che degrada sul Naviglio, la dimora e tutto ciò che conteneva: testi preziosi che diventeranno "una permanente alla Casa del Custode delle Acque", spiega Massimiliano Liso, presidente della Pro loco.
È lui insieme alle sue guide turistiche ad aver organizzato l’evento. "L’obiettivo è dare ai nostri illustri concittadini i meriti che hanno nella storia della vite", aggiunge Riccardo Pantaleoni, guida-volontaria e curatore dell’esposizione.
In otto pannelli ha concentrato una vicenda gloriosa che il Comune "vuole tramandare alle nuove generazioni – spiega Anna Venturini, assessore alla Cultura – da qui l’appuntamento".
La leggenda Pirovano comincia con l’uva Delizia, da tavola, frutto dell’incrocio tra la bianca di Foster e lo zibibbo di Pantelleria, la buccia è sottile.
Lo sapevano bene padre e figlio che, sul retro della villa di via 25 Aprile, oltre a serre e vendemmie, si dedicarono a esperimenti di elettrogenetica. Fino al miracolo del nuovo ibrido.
La casa trasformata in laboratorio, dal mix dell’uva Bicane con il moscato d’Amburgo, nel 1912, ottengono il primo grappolo di Italia. La famiglia raggiunge la fama ben oltre le mura cittadine: i suoi risultati regalano ad Alberto prestigio internazionale.
Oggi le piante di Delizia sono tornate ad abbellire le vedute del paesino, ma per autoconsumo. L’Italia invece è un prodotto globale.
Dietro a tutto c’è Carlo Orlandi, che dopo aver acquistato il complesso si è appassionato all’avventura dei vecchi proprietari. Ha ricostruito tutto e ha condiviso con la comunità il proprio tesoro. Grazie a lui il vitigno vapriese è entrato nell’Arca del Gusto di Slow Food per la Biodiversità. La mostra ne racconta tutti i passaggi.