
Non è tipo da resa incondizionata e del resto, in pieno lockdown, aveva avuto il coraggio di lanciare il progetto "Ritorno al futuro" per offrire ai clienti la possibilità di prenotare una cena nel suo ristorante stellato da onorare entro la fine dell’anno. Ma nelle ultime ore, l’ennesimo DCPM ha avuto la meglio sul pragmatico e combattivo ottimismo di Claudio Sadler: "Preferisco chiudere piuttosto che lavorare in queste condizioni". E così il famoso ètoilé del Naviglio Pavese ha dovuto capitolare: porte chiuse almeno fino al 24 novembre del blasonato ristorante che prende il suo nome (aperto solo la sera) e che, tra settembre e prima metà di ottobre, aveva fatto registrare buoni risultati. Lo chef ha dovuto informare i dipendenti e dieci di loro si ritroveranno già da oggi in cassa integrazione. Decisione non generalizzata: Sadler (assieme a soli cinque dei suoi ragazzi) continuerà a firmare la cucina almeno del più informale e vicino bistrot - Il "Chic’n Quick" - accontentandosi dei 32 coperti disponibili (sui teorici 45) per la clientela del mezzogiorno che può regalarsi un buon pranzo a 25-30 euro. Non solo: rafforzerà il delivery che gli aveva dato una certa soddisfazione tra primavera ed estate. "Ma sono briciole! Nel ristorante stellato ho avuto perdite per 400mila euro e dallo Stato mi sono arrivati 9mila euro a fondo perduto. Così non si va avanti: il catering, settore strateguci, è azzerato da febbraio. E di fronte al milione di euro di fatturato annuo mi sono visto concedere un aiuto a fondo perduto di 18mila euro". Tra rabbia a frustrazione, pesante la sua critica: "Hanno lanciato proclami per 10 giorni che hanno avuto l’unico effetto di spaventare la gente. Ora ci impongono la chiusura alle 18? A questo punto, se il 24 novembre non verrà registrata una riduzione della curva del Covid, vorrà dire che a rischio contagio non erano e non sono i ristoranti. E che la decisione presa a Roma è solo una drammatica sciocchezza".Paolo Galliani