NICOLA PALMA
Cronaca

Dati rubati, i pirati del web di Equalize: da Barilla a Erg, dipendenti spiati

Il sistema si basava su informatici di stanza a Londra che bucavano gli archivi: ecco come operavano

"Chi abbiamo hackerato?" . I pirati del web di Equalize: contatti con le multinazionali

Nunzio Calamucci avrebbe avuto contatti anche con la rete di hacker di Anonymous

Milano – La raccolta su commissione di dati illegali si fondava su un gruppo di spregiudicati pirati della Rete al servizio di Samuele Nunzio Calamucci, braccio operativo dell’ad della Equalize Carmine Gallo, "che avrebbe avuto contatti con il noto movimento Anonymous". Questo emerge dall’inchiesta che ha smantellato la centrale dei dossieraggi illegali di via Pattari 6: "Un gigantesco mercato delle informazioni riservate con dimensione imprenditoriale", per dirla con le parole del procuratore nazionale antimafia Giovanni Melillo. Forse c’è una frase che spiega meglio di altre quanto fosse potenzialmente virulenta la macchina dei report: "Tutto a posto? – chiede Calamucci a un interlocutore non identificato –. Ottimo... ottimo... cosa hanno hackerato di nuovo oggi? Niente... va bene dai a dopo... ciao ciao". Gli "assaltatori" del web, pare di stanza a Londra, erano sempre pronti a violare sistemi inespugnabili, utilizzando malware e trojan. Una continua emorragia di dati che garantiva a Equalize un enorme vantaggio competitivo sulla concorrenza, consentendo ai vertici di mettere sul mercato dossier pieni di dettagli acquisiti in maniera illecita. Dagli atti, si intuisce che molti dei potenziali clienti non erano a conoscenza dei metodi: alcuni, ad esempio, hanno chiesto più volte rassicurazioni sulla regolarità delle procedure; altri hanno preteso che Gallo firmasse un documento in cui si assumeva ogni responsabilità.

La vicenda Barilla

Nel novembre del 2022, un ex questore passato dopo la pensione a un’azienda privata contatta Gallo e gli propone un "lavoro" per la Barilla. Poco dopo, l’ad di Equalize riceve la telefonata di un manager della multinazionale dell’alimentare, che va dritto al punto: chiede, secondo gli atti, che vengano controllati i tabulati telefonici di alcuni dipendenti sospettati di aver parlato con un giornalista. "Questo numero, avendo dei sospetti da dove può essere stato chiamato... ovviamente parliamo di cellulare... c’è la possibilità a ritroso di... diciamo di avere conferma di questo sospetto o comunque fare una verifica oppure non è possibile?", la domanda. Gallo si mostra disponibile: "Posso provare sì, parlo coi miei". La risposta affermativa nasconde un secondo fine: quello di intrecciare rapporti con la Barilla, per poi proporre la piattaforma Beyond.

Il caso Erg

Nel maggio del 2023, i carabinieri intercettano un’altra telefonata: un manager di Erg spa, gruppo genovese del settore energetico, chiama Gallo "al fine di eseguire un’investigazione concernente una presunta attività di insider trading messa in atto in pregiudizio della società ligure da parte di alcuni dipendenti". Tradotto: sulla base di una lettera anonima, i vertici aziendali sospettano che alcuni impiegati dell’area Energy Management sfruttino le informazioni aziendali per operazioni di trading on line su un sito con dominio britannico. Dopo una serie di riunioni alla Equalize, Gallo e gli altri decidono di installare sui computer aziendali di 14 persone un software denominato Teramind per intercettare "comunicazioni relative a sistemi informatici e telematici", nonché per registrare all’insaputa dei diretti interessati "tutte le loro comunicazioni e conversazioni, anche di carattere strettamente privato". Alla fine, raccontano le carte, il gruppo di via Pattari fatturerà a Erg un totale di 143.350 euro in due tranche. Nel contratto, stipulato per "dare una parvenza di legalità al rapporto tra le due società", non si farà ovviamente riferimento a "intercettazioni illegali", bensì a "un approccio multidimensionale che ci permetterà di identificare eventuali attività sospette o comportamenti non etici".